A cura di Luca Giuseppe Murrone
Silenzio, SI VOTA! Domenica 26 maggio, gli italiani sono chiamati alle urne per scegliere i nostri rappresentanti in Europa e anche per decidere le nuove amministrazioni di numerosi comuni italiani. (Qui tutte le info)
Responsabilità importanti in cabina elettorale? Beh, come giusto che sia. Ma facciamo un passo indietro. Soprattutto come arriviamo a questa importante sfida? Arriviamo con “il governo dello stallo” ha dichiarato il Partito Democratico che, con il suo leader Nicola Zingaretti pensa e spera ad un risultato maggiore del 20% dei consensi.
Tra selfie e selfini, i sondaggi dicono che il leader, lo stratega e, addirittura, il Capitano dell’Italia è Matteo Salvini.
Seppur il ministro in felpa, non vada molto d’accordo, ultimamente, con il suo alleato di governo (Di Maio n.d.r) lui non se le tiene. Gira l’Italia a far comizi, a togliere striscioni di protesta dai balconi delle persone perché, forse, contestare pacificamente e democraticamente il pensiero e le ideologie del Capitano, oggigiorno, sembra davvero una scelta difficile e, in un certo senso, illegale.
Nell’ultimo mese di campagna elettorale si è parlato di questo. Di tutto e, soprattutto di niente. Pochi contenuti, tanti slogan, quindi, tante chiacchiere. Anche se non è carnevale, a noi italiani, le chiacchiere piacciono sempre.
Tra Reddito di Cittadinanza e 80 euro, lo Spread sale, scende e fa male al Paese. Renzi- colui che per molti, tantissimi, ha rovinato l’Italia, però, riempie ancora i teatri italiani “sponsorizzando” tra gli altri, il nome forte sul quale punta il PD per queste elezioni europee: Carlo Calenda.
Proprio l’ex ministro Calenda, in piazza Duomo, ha sfruttato l’assist della campagna elettorale visiva della Lega, per prendere la palla al balzo e presentarsi, mentre era in corso il comizio elettorale del Capitano, per chiedergli un confronto. Niente da fare. La politica dei selfie e degli slogan ha vinto ancora una volta. Nessun confronto, infatti, nonostante il coraggioso gesto di Carlo Calenda di affrontare, in campo nemico, il leader che, oggi, se dice solo un “Bla Bla Bla” prende consensi e applausi. Basti pensare ad un episodio che mi ha colpito e continua a colpire, RealisticaMente parlando.
A Reggio Emilia, il leader della Lega, venuto per il comizio elettorale ha parlato 15 minuti sul palco. Durante il suo breve comizio ha ribadito 10 volte il termine galera, ha attaccato i centri sociale e, cosa bella è interessante, ha interloquito per circa 3 minuti con un profugo venuto in Italia con un barcone. “Amico mio, oggi in Italia con il barcone non si arriva più!” Ha detto Salvini al ragazzo che, sventolando entusiasta un “santino” elettorale ha applaudito e, per finire, ha scattato anche un selfie con il “suo” Capitano.
A proposito di Santi e Santini. È stata, più che una campagna, un rosario pubblico. Anche se, forse, Papa Francesco non è stato ben contento di questi contenuti in questa campagna.
È stata la campagna del “Vinci Salvini” e del segretario dem scambiato per il fratello Montalbano.
È stata la campagna del chi Twitta prima e chi sta in silenzio. La campagna di Meloni che dice che è pronta a governare e di Berlusconi che, RealisticaMente parlando, si muove ancora e “guai a chi lo smuove da lì”. Il Re di Arcore, infatti, è ancora lì a dettare le carte al suo partito che- come accade per tutti- perde pezzi e se li riprende. Lui, a differenza di altri, si limita poco ai selfie e preferisce le poltrone, le feste e le donne perché “il lupo perde il pelo ma non il vizio” anche se, con l’età che avanza ha calato il ritmo. Questo articolo di TPI Pop News chiarisce bene il concetto […]
E il Marketing politico? Come hanno investito i loro/nostri soldi i partiti politici per finanziare questa campagna? Online si trovano diverse e interessanti analisi su questa tematica tra le quali questa https://www.ilprimatonazionale.it/politica/soldi-partiti-facebook-118956/. Non c’era dubbio però che il maggior finanziatore di questa campagna elettorale è stato proprio Matteo Salvini che ha stanziato ben 96 mila euro per le inserzioni pubblicitarie su Facebook. Al secondo posto, invece, c’è il Pd che ha speso , per la sua campagna Facebook, 88 mila euro.
Al terzo posto, invece, c’è Silvio, con la modica cifra di circa 74 mila.
Clamorosamente e per niente banale è la strategia del Movimento che, a differenza dello stratega della Comunicazione (Salvini n.d.r.) si è mosso in ritardo e come dice il Primato Internazionale nel suo articolo ha stanziato poco meno di mille euro complessivi per le inserzioni pubblicitarie sul social di Zuckerberg.
Pochi confronti. Tante, troppe, chiacchiere. In questa campagna è emerso, cosa ormai scontata, l’odio e il rancore verso l’avversario che manifesta la cittadinanza oggi seguendo, quasi come in una conversione mimetica, il loro leader politico.
Domenica 26 maggio Si vota anche in tanti e importanti comuni italiani.
Amministrative che saranno un segnale importante per capire cosa n’è rimasto del Pd, dei Cinque Stelle e di quella che sarà la possibile (nei sondaggi) avanzata della Lega.
E dopo gli scrutini del lunedì, da martedì Chi scenderà dal carro? Chi salirà?
Ma adesso, Silenzio, Si vota!