Made with love by Luca Giuseppe Murrone
Ormai è noto da tempo: la ‘Ndrangheta è sempre più mondiale anche se, RealisticaMente parlando, l’Europa (le Istituzioni europee in particolare) restano a guardare.
Oggi, 13 gennaio 2021, prende il via il maxi processo “Rinascita Scoot” di cui ci eravamo già occupati.
Un’aula bunker – proprio come quelle che si vedono nei film e che, RealisticaMente parlando, attestano la gravità dei fatti: ci mostra una ‘ndrangheta che non resta a guardare, anzi allarga i confini – seppur nei secoli dei secoli legata ai vertici sacri della martoriata Calabria – fino a diventare, appunto, mondiale.
In un’aula bunker della Corte d’Appello di Lamezia Terme letteralmente blindata (sia per l’importanza del processo, sia per le norme Covid) sono intervenuti oltre 325 imputati con una somma complessiva di oltre 400 capi di imputazione. Avvocati difensori e accusatori.
Giornalisti che con taccuino e penna arrivano anche lì, a Lamezia Terme, per documentare e scrivere di ciò che accade a questo grande processo che ha smantellato (anche se la gramigna è difficile da estirpare) i clan di ‘ndrangheta del vibonese.
Facciamo però, un passo indietro. L’operazione Rinascita Scoot, ha avuto un eco rimbombante in Calabria nel dicembre del 2019 per i numeri eccessivi degli arresti e per l’enorme impatto mediatico avuto anche grazie al coordinamento ed esecuzione dell’operazione da parte del Procuratore Capo di Catanzaro, Nicola Gratteri e i suoi uomini.
Proprio Gratteri, felice di questa operazione anche se – secondo lui – «è solo l’inizio perché smantelleremo la Calabria come dei Lego», si è imbattuto in una lunga disputa anche politica per far si – come giusto che sia – che il maxiprocesso, quello che è stato definito dallo stesso Procuratore Gratteri «il più grande processo dopo quello di Palermo», avesse sede in Calabria.
E così, per fortuna è stato e sarà perché, quello del 13 gennaio 2021 è solo il “via” ad un qualcosa di storico che, però, difficilmente, avrà vita breve.
Il processo, infatti, per la quantità dei capi di imputazione e per l’importanza anche dei nomi che attestano – ancora una volta – il forte legame tra il potere ‘ndranghetista e i livelli di masso-politica calabrese e non solo con ripercussioni anche al Nord Italia e all’estero, merita tutto il tempo necessario ma anche la giusta giustizia. Che, oggi più che mai, non è solo un’espressione semplicistica e banale ma, RealisticaMente parlando, una soluzione possibile per un Paese come l’Italia.
Per restare al lessico stretto e non limitarci alla sola cronaca di questa vasta operazione, potremmo dire che “Rinascita” non è solo il nome di un’operazione anti ‘ndrangheta ma una scommessa, una battaglia che i calabresi, gli italiani e i cittadini europei non devono e non possono perdere.
Rinascita è questo e altro. È certamente un bel segnale per la lotta alla mafia anche se, pochi, la vedono come mondiale. Se si pensasse al sistema anti mafioso europeo potremmo accorgerci – come sostengono gli studiosi ed esperti Antonio Nicaso e Nicola Gratteri – che, da questo punto di vista, «non tutto il mondo è paese».
Vi siete mai chiesti perché la ‘ndrangheta riesce ad essere così espansiva anche in Germania? Non occorre un genio per capirlo.
Infatti, lì, vige una legislazione diversa rispetto alla nostra su queste tematiche.
Ma tornando alla “Rinascita” potremmo dire che i numeri sono impressionanti, li proviamo ad elencare qui per capire l’importanza di questo processo e la voglia della giusta giustizia che deve caratterizzare i cittadini onesti e per bene, perché la Calabria, l’Italia, l’Europa, il mondo Intero è composto anche, soprattutto, da cittadini onesti e per bene che si vogliono ribellare all’ingiustizia e malaffare.
Può essere una Rinascita? Noi RealisticaMente parlando ci vogliamo credere perché non ci possiamo rassegnare.
Un po’ di numeri del maxiprocesso Rinascita Scoot iniziato il 13 gennaio 2021 nell’aula bunker di Lamezia Terme. Per questi numeri citiamo “La casa dei diritti” che vi invitiamo a seguire sui loro canali social.
Sono 15 i milioni di beni confiscati.
2.500 militari coinvolti nelle operazioni.
12 regioni e 4 nazioni coinvolte.
416 indagati.
355 rinvii a giudizio.
Servono altri numeri? Serve solo una Rinascita perché la bellezza della legalità possa avere la meglio sull’ingiustizia e sul malaffare.