Made with love by Gian Franco Murrone
Sono a bordo di un treno regionale, di rientro da una due giorni ad altissima intensità e densità e, dopo i saluti con qualche abbraccio e un paio di spritz, ho messo giù qualche riflessione su AI e dintorni che mi va di condividere, da una prospettiva non tech, ovviamente, per stimolare qualche riflessione.
I sistemi di AI e tutte le loro diramazioni stanno conoscendo uno sviluppo inimmaginabile anche solo fino a pochi mesi fa.
Progrediscono e aumentano le loro già incredibili capacità a velocità supersoniche.
A questo punto è indispensabile lavorare alacremente per sviluppare un set di competenze e abilità umane – molto umane – che consentano a quante più persone possibili di non lasciarsi sconvolgere da questa velocità: l’impatto potrebbe essere letale con riverberi inevitabili sulla psicologia delle persone e quindi dei contesti organizzativi e pubblici.
Dobbiamo lavorare sull’infrastruttura #nervosa delle nostre Persone, non solo per abilitare competenze utili al governo di questo super potere – esterno – chiamato AI, ma soprattutto per imparare a digerire la nostra inevitabile inadeguatezza con cui, di volta in volta, dovremo fare i conti: non potremo tenere il passo a lungo, non tutti resteranno a bordo: una supercar può essere guidata solo da persone molto esperte e, anche starci a bordo, da semplici passeggeri, è scomodo e si rischia di farsi molto male.
è un aspetto di cui dobbiamo tenere conto e che mi sembra sottovalutato: siamo ancora molto concentrati sull’hardware (AI) e poco sul software (Le Persone).
Dopo aver lavorato senza sosta al potenziamento di questo super potere – di grazia – è indispensabile investire energie e risorse per renderlo il più commestibile possibile, pena: un’alienazione di massa, una resa o una rabbia radicale – per noia – di quanti saranno messi ai margini.