Made with love by Luca Giuseppe Murrone
BUON 25 APRILE ITALIA
Sono parole che ci servono e devono farci riflettere se – facendo tutte le proporzioni del caso – provassimo a relazionare e confrontare dei periodi storici: la guerra, quella che si combatteva con le bombe, in trincea. Con i fascisti e i nazisti che non tralasciavano nemmeno i bambini e i più fragili.
Oggi, nel 2020, per un attimo un mostro invisibile ci ha privato della nostra libertà. Facendoci chiudere in casa – per la nostra e altrui salute – aspettando la fine, aspettando una liberazione. Ma c’è chi di questi valori non ne conosce il termine, non ne conosce il significato o, cosa più grave, non ne conosce il valore.
C’è chi, infatti, alla vigilia di un 75°esimo della Liberazione di Italia a Cavriago, Reggio Emilia, imbratta nella notte, con svastiche le mura nei pressi del Comune, sporcando, con quello che è un simbolo di orrore prima e di stupida ignoranza ora, addirittura una macchina della Polizia Municipale.
E no, signori, non sono gesti frutto della noia da quarantena. Sono gesti da non sottovalutare che ci devono far riflettere di quanto sia bella la liberazione anche da – diciamolo senza mezzi termini – queste teste di cazzo.
Perché no, non è una festa di sinistra, quella della Liberazione. La festa che si festeggia il 25 aprile è una festa di Tutti e se la ricordiamo, dopo 75 anni è perché non possiamo permetterci di dimenticare. Ma è noto che, RealisticaMente parlando, l’uomo non ricordi bene il passato.
Il 25 Aprile è la Festa della Liberazione dalla tirannia. Tuttavia dobbiamo sempre tenere alta la guardia perché il pericolo che nuovi regimi limitativi della libertà si affaccino sulla scena non è scongiurato definitivamente. Resistere e lottare per la libertà è un dovere morale, civile.
È la capacità di restituire dignità ad un popolo, ogni giorno, contro ogni abuso o discriminazione, qualunque forma oggi possa assumere.
È un dovere politico, non un’opzione morale.
Ed ecco che nelle case – per fortuna la maggior parte – rimbomba un eco, prendendo spunto da un appello lanciato dall’ANPI di far suonare nelle nostre case “Bella Ciao”. Un gesto simbolico, doveroso che si accomuna a quel senso di libertà che tutti noi vorremmo avere ma che ora ci manca più che mai.
Come mancano i nostri nonni, antenati che hanno combattuto per darci la libertà e – diciamola tutta – anche per farmi scrivere, oggi, questo pensiero. Ma c’è qualche testa di cazzo che non se lo ricorda e allora gridiamolo più forte. Ieri, oggi, domani, sempre
RESISTENZA.
CANTA CON NOI BELLA CIAO