Voucher? Cambia prestO….

di Matteo Murrone

Da un paio di giorni si assiste ad una “lotta” continua tra la Cgil capeggiata da Susanna Camusso spalleggiata dal nuovo movimento Mdp rappresentati da Speranza, Bersani e D’Alema e sinistra italiana contro il governo Gentiloni, che chiede nuovamente l’abolizione di questa “sfortunata” tipologia contrattuale il c.d voucher. Il mio intervento all’interno del blog, non vuole essere una critica di parte quindi politica, però vuole dare un’opinione sull’analisi dello stesso contratto.  Ad oggi, vi sono dei cambiamenti per quanto concerne il voucher in sé. Andiamo ad analizzare in modo dottrinale le stesse; Partendo dal presupposto che i voucher non esistono più, d’ora in poi li chiameremo con il loro nome “Presto” acronimo che sta ad indicare Prestazioni di lavoro occasionale si tratta appunto di una tipologia contrattuale di carattere “flessibile” sennò verrebbe meno la logica della flessibilità e del loro “sano“ utilizzo. Appunto con questa tipologia contrattuale sarà possibile non per tutti, retribuire i lavoratori occasionali. Vi è una vera e propria registrazione al sito Inps e il datore può attivare la prestazione, previo una comunicazione almeno un’ora prima della prestazione. Chi può utilizzarli :

  • impresa utilizzatrice, o il professionista, non deve superare i 5 addetti;
  • l’impresa non deve appartenere al settore edile e non deve svolgere attività pericolose (come attività nelle cave e nelle miniere);
  • l’utilizzatore non deve essere coinvolto nell’esecuzione di appalti di opere o servizi;
  • l’utilizzatore non deve aver avuto, con lo stesso lavoratore, da meno di sei mesi un rapporto di lavoro subordinato o di collaborazione coordinata e continuativa;
  • il compenso derivante dalla prestazione del singolo lavoratore non deve oltrepassare i 2500 euro annui;
  • i compensi complessivi derivanti dai Presto non devono superare i 5000 euro annui (il tetto sale a 6250 euro, se la prestazione è resa da pensionati, giovani con meno di 25 anni purché iscritti a scuola o università, disoccupati, percettori di sussidi a sostegno del reddito);
  • la singola prestazione non deve superare le 4 ore continuative;
  • il compenso per singola prestazione non deve essere inferiore a 36 euro;
  • non bisogna superare il tetto massimo di 280 ore annue.

Mentre per quanto riguarda i Libretto di famiglia: Il libretto famiglia è dedicato invece ai lavori occasionali domestici come: giardinaggio, pulizia e manutenzione, assistenza anziani e disabili, lezioni private e servizio baby-sitter. Il libretto consiste in ticket nominali del valore di 10 euro l’ora. Anche in questo caso la prestazione lavorativa non può essere superiore a 2.500 euro l’anno. Le spese per assicurazione e contributi sono sempre a carico della famiglia. Questo in modo analitico, sono le caratteristiche delle “forme contrattuali” che andranno a sostituire i voucher. Il mio punto di riflessione e di confronto con voi lettori è proprio questo: ben venga che ad un ragazzo di 25 anni che impartisce lezione private venga pagato in voucher, ben venga che per prestazioni occasionali in paesini “sperduti” dove si vive di turismo un mese all’anno il ragazzo o prestatore di lavoro, venga pagato in voucher. Mi sembra di capire che, dietro il voucher, si nascondano tutti i problemi del precariato in Italia. Il voucher in sé è uno strumento, usato in modo più o meno differente in quasi tutte le nazioni Europee  e serve proprio a dare una flessibilità diversa, al datore che si avvalga di lavoratori occasionali, rispetto ad un part-time usato per lo stesso lavoro che comunque è più esoso in termine di tasse. Cosa diversa e se all’apice del loro utilizzo, da parte del datore esiste qualcosa di ambiguo, però su questo devo alzare le mani ma di contro allora dico che qualsiasi contratto, se vi è un intento fraudolento, può essere utilizzato come “contratto fittizio”. Però molte volte i paladini, che credono di difendere qualcosa e il sacrosanto diritto del lavoratore, non deve predicare bene e razzolare male, nel senso che poi magari per risparmiare qualche soldino, vengano utilizzati i  voucher anche da chi li ha criticati, senza mai avanzare proposte concrete. A mio avviso il voucher può contrastare il lavoro nero. Comunque impedirne il loro utilizzo implica che per queste tipologie di lavoro: il lavoratore o va via quindi termina il rapporto di lavoro, o torna a lavorare in nero… Il mio auspicio è che una lotta di difesa al lavoro sano, non si trasformi in propaganda politica.