VIAGGIO IN CALABRIA

Sono stato in Calabria di recente. L’ho trovata migliorata nelle sue imperfezioni.
A far da sfondo a guardrail abbattuti, manifesti elettorali simboleggianti vecchi e nuovi politicanti che, nella Terra dei tanti santini e pochi santi, volevano e vogliono ottenere la Gloria.
L’ho trovata migliorata, nelle sue imperfezioni. Da Cariati a Crotone, 58 km di strada, più di un’ora. Un’ottima media – direte voi – ma praticare una statale che, di statale ormai, ha solo il nome, non è mai cosa buona e giusta. Eppure è l’unica di via comunicazione.

L’ho trovata migliorata nelle sue perfette imperfezioni. Lenzuoli bianchi di protesta con uno slogan – non quello dei politici – simbolico e RealisticaMente parlando valido: “Diritto alla salute”.

Diretti, dritti e storti. Così sono fatti i calabresi che, nei secoli dei secoli, ahinoi, si sono un po’ involuti. Basti pensare a quanta naturale bellezza sia nata in Calabria, terra di civiltà e di valori, terra di ricchezza e prosperità.

FORZA ITALIA?
Com’era quella frase? Ah sì, fatta l’Italia bisogna fare gli italiani. E per la Calabria? I calabresi sembrano fatti e disfatti e soprattutto assuefatti dai chiacchiericci vari che, da anni, ormai, illudono un popolo stanco.
Eppure fatto il voto, bisogna passare ai fatti? Certamente ma l’analisi va, RealisticaMente parlando, approfondita. Roberto Occhiuto ha vinto, il non voto – non solo in Calabria – ha stravinto.

L’ho trovata migliorata, la mia amata e martoriata Calabria, nelle sue perfette imperfezioni. Non ho visto nemmeno treni con un solo vagone fare ciuff ciuff e riportarmi sulla terra. Ho visto occhi stanchi di chi non riesce, seppur con voglia e forza, a cambiare le carte in gioco.
Forza Italia ha vinto le elezioni regionali e chissà cosa cambierà?

TUTTO CAMBIA . . .?

Tutto cambia affinché nulla cambi. Lo sanno tutti. È la dura legge dei giochi che, tornando al popolo calabro, ripercorre secoli di storia. Onorati e disonorati uomini che si appellano alla Madre Santissima per chiedere Grazie ma, RealisticaMente parlando, poi, sono in pochi a rendere davvero Grazie a Dio o a chi per lui.

La lotta alla ‘ndrangheta non è e non deve essere uno slogan politico. Mi rivolgo a tutti e nessuno. La parola ‘ndrangheta deve essere pronunciata da tutti con disprezzo perché è una macchia che ci inquina, che ci affonda e anche lì, nei vertici, qualcosa sta cambiando.

L’ho trovata migliorata, quella Terra, nelle sue perfette imperfezioni. E se le elezioni sono, ormai, terminate con vincitori e vinti, tutto può ancora cambiare ma, in questo, dobbiamo esserne convinti.