Siamo realmente liberi?

Buona Festa della Liberazione Italia!

Di Luca Giuseppe Murrone

Il 25 aprile è una data rossa sul calendario d’Italia. Una festa della quale molti italiani non riconoscono il senso e il valore, anzi la vedono solo come un giorno in più di riposo. Eppure, RealisticaMente parlando, dietro questo 25 aprile c’è tanto del nostro Paese. Si sa, però, che la storia a noi italiani insegna poco come dice, anche, Giulio Cavalli nel sito www.tpi.it [].

La parola d’ordine di questa data è “liberazione”. Liberazione dal fascismo ma possiamo definirci, RealisticaMente parlando, liberi? A vedere gli ultimi articoli di giornale, si nota che questo Paese ha ancora bisogno di una “liberazione” dagli ideali di odio e di discriminazione che infangano la nostra quotidianità.

A Milano, alla vigilia del 25 aprile, un gruppo di “imbecilli”, comunemente chiamati ultras nel senso più generale del termine, prima della sfida di coppa Italia tra Milan e Lazio, ha esposto uno striscione con la scritta “Onore a Benito Mussolini”.

fonte corriere dello sport
Come più volte detto e ripetuto dal sottoscritto anche su questo sito[], il calcio è spesso lo specchio riflesso di una società malata.

Gli imbecilli (ultras chiamati Irriducibili) hanno colpito ancora con questo gesto simboleggiando e inneggiando agli ideali per i quali il nostro Paese ha combattuto con sangue, tanto e troppo, portandolo solo- a questo punto occorre precisarlo- ad una parziale liberazione.

Cosa hanno compiuto i partigiani se nel mondo di oggi assistiamo ancora a questi episodi? Cosa hanno compiuto i nostri antenati se il saluto romano è visto come un gesto di forza e superiorità? L’ha fatto anche un candidato sindaco. È successo in Calabria, precisamente a Vibo Valentia dove la candidata a sindaco di Fratelli d’Italia, Maria Linardo ha accolto, in un comizio elettorale il giovane pronipote del duce, Caio Mussolini. Un gesto che, ovviamente, RealisticaMente parlando, ha scaturito diverse polemiche nazionali.

O bella ciao, bella ciao, bella ciao

oggi è solo una canzone popolare che sta perdendo il suo reale significato. Da questi “segnali”, quindi, occorre insegnare i valori della resistenza e della liberazione soprattutto ai giovani. La cultura è un’arma importante per fermare l’odio e la discriminazione di questa epoca. Anche se, RealisticaMente parlando, siamo già in ritardo.

Se c’è stato il periodo della “liberazione” c’è anche, oggi, quello della coglionaggine e ignoranza che ci porta al declino totale e, in un contesto del genere possiamo definirci realmente liberi?
Buona festa della Liberazione Italia!