SENZA DIMORA

di Gian Franco Murrone

Le barche velate di rosso salpavano il molo
il tuo amore avrebbe ucciso
cosa pensi ora che a letto dormi distratta
ora che ti tocca un respiro lontano dalla passione

sei vestita da marciapiede e la tristezza è nelle tue gambe
non reggono l’orrore di mille mani sporche che svenerano
e un manganello di pelle scruta con violenza solitaria

[intima realtà

ridi, se muori.

Il quadro divino sul tuo collo ho ammirato
In Balia delle tue labbra son caduto
E nessun angelo può salvarmi

Ho disegnato per te occhi e stelle
I miei occhi e le tue stelle
un argenteo bordo d’amore infinito.