SE I BOSS CAMBIANO, SI PENTONO E PARLANO . . .

Se anche Nicolino “mani di gomma” Grande Aracri ha iniziato a collaborare con la magistratura, forse c’è da fare una riflessione profonda sul concetto di vecchie e nuove mafie. I boss parlano e sparlano, quindi, facendo rabbrividire e tremare politica, magistratura stessa e tante altre classi sociali.

La notizia, lanciata dal giornalista del Quotidiano del Sud Antonio Anastasi e ripresa da tutti i media nei giorni scorsi, della collaborazione di Nicolino Grande Aracri con la magistratura, ha suscitato diverse reazioni.

Pentirsi dopo serve? Ditelo ai boss delle mafie che cercano sempre più il pentimento per ottenere benefici propri. Eppure – come ci dicono molti esperti in materia – le mafie e la ‘ndrangheta in particolare hanno avuto più successo, proprio per la capacità innata di creare relazioni e, soprattutto, di avere pochi pentiti.

TUTTO CAMBIA AFFINCHÉ NULLA CAMBI

Ma i tempi son cambiati. Non più, quindi, quegli stereotipi arcaici di coppola e lupara, ma giacca e cravatta. I boss delle mafie usano questo “outfit” per immedesimarsi meglio nella vita sociale. RealisticaMente parlando, però, tutto cambia affinché nulla cambi. 

Cambiano i tempi, il modus operandi, le strategie comunicative, ma il risultato non cambia. Le mafie e i boss continuano, sempre e comunque, la propria strategia dell’orrore e del terrore. Se forse, quindi, le mafie non sparano più, gli affari illegali continuano sempre arricchendo le tasche dei boss.

Uno dei boss più discussi, chiacchierati e temuti, però, da oltre un mese e mezzo ormai, ha deciso di “collaborare”. Si sta parlando di Nicola Grande Aracri, originario di Cutro (Crotone), capace di creare una locale di ‘ndrangheta nel Nord Italia. Molti processi di mafia, compreso quello di Aemilia (IL più grande processo di mafia al Nord) riconduce anche a lui.

SOLO CON NICOLA (GRATTERI)

Il boss di Cutro, però, ha deciso di parlare solo ed esclusivamente con una persona in particolare: Nicola Gratteri. Il Procuratore, da ormai cinque anni, a capo della procura di Catanzaro, ha da tempo messo nel mirino delle sue indagini anche la cosca ‘Ndranghetista dei Grande Aracri ed in particolare del boss.

Grande Aracri, detenuto al 41bis, ha iniziato quindi a parlare e potrebbe farlo anche contro molti politici e colletti bianchi. Le ultime inchieste giudiziarie, come Aemilia e Farmabussiness, hanno evidenziato la potenza della cosca di relazionarsi illegalmente anche con le classi sociali, all’apparenza “sane”.

Proprio Gratteri, appresa e diffusa la notizia di questo pentimento, ha invitato tutti alla massima cautela, perché comunque, seppur pentito, Nicolino “mani di gomma” è e sarà sempre un pericoloso boss di ‘ndrangheta.

Se anche i boss cambiano, si pentono e parlano significa che qualcosa sta cambiando. E tra politica, malafede e massoneria deviata si inizia a tremare . . .