Scrivere oggi, tra sogni e tabù.

A Giancarlo Siani, Giornalista Giornalista ucciso dalla camorra il 23 settembre 1985.

Fonte: Wikipedia

Made with love by @LucaGiuseppeMurrone

Un viaggio a bordo di una macchina verde, come la speranza di riuscire a raggiungere i sogni. Verde come la foglia di un quadrifoglio che conservo con me, nel mio taschino. Verde come gli occhi di mia madre che incrociano i miei, sparsi tra sogni e tabù.E poi ci sei tu, Giancà. Che te lo dico a fare? Mi hanno detto che sei morto ma sei qui con me, nei miei scritti, nei mie pezzi sottopagati, corretti, ripresi e chi più ne ha, più ne metta. Sei con me nelle pacche sulla spalla di chi dice “non mollare”. Sei con me negli sguardi minacciosi di chi mi dice “che scrivi a fare?!”.

Sei con me nei miei perché, nella voglia di libertà che quella Mehari mi ha trasmesso salendoci a bordo. Libertà che oggi, più che mai, viene derisa da chi, quella libertà, dovrebbe proteggerla.

Ti hanno ammazzato ma sei più vivo che mai, in un Paese dove, forse, bisogna morire ammazzati per rendersi conto, davvero, dell’identità di una persona. Cosa nascondeva quell’identità. Me lo porto con me, quel profumo di libertà misto a passione mentre, tra una pagina e l’altra, continuo a scrivere tra sogni e tabù.