ARCHIVIATO IL FESTIVAL, ADESSO CON COSA CI DISTRAIAMO?
di Luca Giuseppe Murrone
La settimana post-festival è sempre ricca di polemiche, critiche e complimenti ai vincitori. I social evidenziano con attenzione e puntualità la buona riuscita di un Festival record di share, il 68esimo della canzone italiana. Hanno vinto Ermal Meta e Fabrizio Moro con il loro brano “Non mi avete fatto niente“. Meta è un cantante nato a 100 km di distanza da Tirana, in Albania. Si è trasferito a soli tredici anni in Italia, precisamente a Bari, dove ha iniziato ad arricchire la sua passione per la musica. Ha iniziato a studiare, scrivere pezzi e quest’anno, insieme a Fabrizio Moro, anche lui mai banale nei suoi testi a lanciare messaggi di speranza, ha vinto sul palco dell’Ariston la 68esima edizione del Festival della canzone italiana.
A qualcuno, forse, non è sembrato così ma, realisticamente parlando, questo festival ha lanciato anche messaggi di profonda umanità. Come ad esempio il monologo interpretato magistralmente dall’attore Pierfrancesco Favino che è stato accolto da profondi applausi anche se, qualche politico italiano (Gasparri n.d.r.) si è preso il lusso, via Twitter, di definirlo “penoso”. Ma questa è un’altra storia.
Per circa una settimana, quindi, l’intera nazione, anche i non addetti ai lavori, si è interessata a capire e vedere che Italia emergeva da questo Festival. Qualcuno lo seguiva per gli abiti e i sorrisi della madrina per eccellenza, Michelle Hunziker, altri per le straordinarie interpretazioni del direttore artistico Claudio Baglioni e altri ancora, come detto, per i monologhi e gli sketch di Favino.
Nella settimana del festival, tutti Noi, ci siamo genuinamente distratti dalla campagna elettorale e anche le prime pagine dei giornali oltre a manifestare indignazione per i gravi fatti accaduti a Macerata, scrivevano di Sanremo. Per quella settimana, infatti, è sembrato che non ci fosse altro oltre al festival. E questo, nei tempi di odio gratuito nei quali stiamo vivendo ci ha fatto soltanto bene. Adesso, finito il festival, con cosa ci distraiamo? Il clima nel nostro paese non è certamente buono e tra chiacchiere che si mangiano e chiacchiere che si sentono bisogna che ci prepariamo, con forza e coraggio alla primavera. In tutto questo, però, prima di pensare ai problemi “veri” del paese non dimentichiamoci di recepire e praticare uno dei tanti messaggi evidenziati dal Festival: “restiamo umani” ma, a quanto pare, anche il Festival è un problema “vero” di questo Paese.