PONTI NON MURI

Made with love by Luca Giuseppe Murrone

Nel 1989 ancora non ero nemmeno nei pensieri di mamma e papà. Matteo, il mio secondo fratello, aveva pochi mesi e Gianfranco, il “maggiore” all’età di 6 anni già iniziava a costruire sogni, ambizioni e a scrivere poesie. Tutta la mia famiglia, insomma, sognava un mondo migliore.

Realisticamente parlando, però, le cose da allora non sono molto cambiate. Qualche anno più tardi, infatti, nel 1994, sono arrivato al mondo io che ho portato ancora più sogni e ambizioni di vedere e vivere in un mondo migliore.

Nel 1989 è accaduto qualcosa che ha segnato e non di poco la storia contemporanea- che non è solo un argomento di studio per l’università ma deve essere argomento di vita, di cultura personale. Eppure pochi la conoscono, la dimenticano e le evoluzioni che i nostri “Padri” hanno fatto con sudore e fatica e a volte anche con il sangue si perdono, spariscono, nel tempo rapido e fugace di un “click”.

Dal 1989 sono passati ben 30 anni. Anche mio fratello ha compiuto 30 anni ma i suoi sogni e le sue ambizioni sono rimaste tali, si sono rafforzate, a causa di un mondo che va veloce, troppo.

SONO PASSATI BEN 30 ANNI dall’abbattimento del muro di Berlino che ha diviso per diverso tempo, sogni, speranze e vite di una nazione, di un continente, di un mondo intero. Eppure dopo 30 anni quei sogni e quelle speranze vengono, ancora oggi, perse nel vuoto.

Non ho ancora 30 anni, eppure il “Muro di Berlino” sembra di vederlo ancora oggi, li fermo a dividere e non a costruire. Sembra che, nonostante il tempo fugga in continuazione a volte si fermi senza trovare via d’uscita. E la colpa di chi è? Troppo facile dare la colpa ad altri. La colpa è nostra.

Mentre si celebra l’anniversario della caduta del muro di Berlino, in Italia, in Europa, nel mondo intero, ancora oggi, assistiamo ad episodi che fanno capire, Realisticamente parlando, che la “Storia” non sbaglia mai ma andrebbe studiata, capita, per evitare l’involuzione della specie.

Uno dei fatti di cronaca che mi ha lasciato più sbalordito in questi giorni è “la concessione della scorta ad una donna straordinaria come Liliana Segre” che nella sua lunga vita ha visto tutto il male che l’uomo può generare e tutto l’odio che, sempre e (purtroppo) per sempre genera mostri. E noi cosa facciamo? Noi comuni mortali le permettiamo, la minacciamo e a lei viene assegnata la scorta.

È un mondo che sta fermo o che scappa di fronte alle sue involuzioni? Questo bisogna capirlo… e dopo 30 anni dall’abbattimento del “Muro” basta guardarsi attorno per accorgersi che tanto lavoro c’è ancora da fare.

Se si analizza bene in fondo la realtà che ci circonda possiamo benissimo renderci ancora conto, come ha fatto mio padre:

“Stiamo vivendo un periodo dove ognuno di noi cerca di creare intorno a se ed alla comunità in cui vive muri solidi a protezione della propria identità; i nostri Padri Costituenti l’Unione Europea, invece, hanno cercato sempre il dialogo, l’unità, la solidarietà e l’integrazione dei popoli, regalandoci il periodo più lungo, in Europa, senza guerre e cercando di permettere ad ogni cittadino della Comunità di sentirsi a Casa propria in ogni paese in cui avesse deciso di spostarsi.

La ricerca di trasmettere il messaggio di unione è stata, continuata, anche nella scelta dei temi che ci accompagnano quotidianamente. Infatti, osservando tutte le nostre banconote in Euro, sul recto, troviamo che esse hanno sullo sfondo dei ponti e non già muri che i novelli sovranisti pretenderebbero di alzare a tutela di inverosimili identità nazionali. Siamo Europei e la bellezza e l’unicità di questo aggettivo ci rende parte di una comunità estesa. Viva l’Europa, viva gli Stati Uniti d’Europa”.