Perché Amazon compra i negozi? 

di Gian Franco Murrone

Con questo piccolo contributo prende vita “Note a Margine” – il mio spazio su realisticamente.it. Sarà un appuntamento settimanale, un luogo dove racconterò il mio punto di vista sulle cose, sui fatti accaduti e sulle storie che, per motivi diversi, hanno strappato qualche minuto di attenzione alle mie giornate, accendendomi la lampadina dell’interesse e creando un punto di vista da condividere.

Proverò ad intercettare le storie di donne e di uomini che stanno cambiando le abitudini di vita di milioni di altre persone o, più semplicemente, le storie di donne e di uomini che hanno l’ambizione di coltivare un sogno più grande e che, per quello, si dannano ogni giorno, menando a testate il muro delle difficoltà quotidiane.

Ma non sarà uno spazio di cronaca perché di quello ne è pieno il mondo e soprattutto il web, cosi bulimico di aggiornamenti al secondo.

Sarà uno spazio di riflessione. Un punto di vista sul perché e non solo sul come.

Un punto di vista sulle cose che metterò a disposizione della discussione. E magari, userò gli spunti che emergeranno, per rilanciare ulteriori riflessioni “a margine” con l’obbiettivo di generare contenuti in una doppia direzione . Sarà interessante vedere che effetto fa.

Un abbraccio

È di qualche giorno fa la notizia che Amazon, colosso dell’e-commerce con base a Seattle, ha speso oltre 13 mld di $ per comprare i supermercati della catena Whole Foods Market. Si tratta di un’operazione finanziaria dai grandi numeri. 13 miliardi di investimento e 430 punti vendita “fisici” rilevati.

Ma chi è Whole Foods Market e cosa ha convinto il multimiliardario Bezos – patron di Amazon – ad investire un sacco di quattrini – pare sia la prima operazione di acquisizione compiuta da Amazon ad aver sfondato la soglia del miliardo – in un business apparentemente lontano anni luce dal dna della più conosciuta piattaforma di commercio on line d’occidente?

Cominciamo dicendo che Whole Foods Market è una catena di supermercati ed è specializzata nella distribuzione di prodotti e alimenti organici e biologici di fascia premium.

E vi starete chiedendo…e vabbè Gianfry! Vada per il cibo bio, ma che vorrà dire di fascia premium? Semplice amici, vuol dire che ogni prodotto costa un sacco di soldi e segue il principio di usare la leva del prezzo e (della qualità) per definire il target di clientela che si vuole servire.

Whole Foods Market intercetta da molti anni il bisogno di milioni di cittadini di acquistare prodotti bio e seguire uno stile di vita ispirato ad un migliore equilibrio vita/cibo. Uno spazio dove il consumatore può acquistare prodotti naturali rispettando una filosofia di vita lontana dal junk food iperveloce delle metropoli americane cui ci siamo abituati.

Cosa c’è dietro la scelta di Amazon? Perché investire cosi tanti soldi per comprare oltre 400 punti vendita fisici? Nulla di più semplice. Si chiama coerenza.

Amazon, dopo aver fatto fortuna con le vendite online, ha inaugurato la stagione della multi canalità   aprendo 3 librerie fisiche negli Stati Uniti, tra lo stupore di molti.

Poi, in coerenza con una strategia focalizzata a sfruttare il potenziale della multi canalità (web/spazio fisico), ha inaugurato i supermercati senza cassa per arrivare ad offrire uno dei servizi più interessanti al consumatore finale con “amazonfresh” – ovvero un sistema che consente al consumatore di scegliere tra alimenti freschi e prodotti ortofrutticoli direttamente online e consegnati tramite un furgoncino chiamato Amazon/pickup  nell’arco di 15 minuti.

Il nuovo investimento è dunque coerente ad una strategia nata alcuni fa e che consentirà ad Amazon di utilizzare i dati di milioni di persone, valutarne i gusti e le preferenze d’acquisto e offrendo agli stessi la possibilità di passare dall’acquisto all’esperienza d’acquisto.

Gli ultimi investimenti hanno una direzione precisa: valorizzare il fresh e il bio di fascia alta non già secondo un principio squisitamente filantropico a sostegno di uno stile di vita sano ed equilibrato – in parte potrebbe anche esser vero –  quanto di potenzialità di mercato.

Tradotto: opportunità di profitto. Del resto, Bezos, non avrebbe investito 42$ ad azione per portarsi a casa 430 supermercati se non per la ragionevole certezza di guadagnarci integrandola perfettamente nella storia e nel business di Amazon.

Bezos pare leggere con estremo interesse le potenzialità di un business che allarga i margini d’azione e gli orizzonti possibili della già potentissima Amazon lasciando intravedere un futuro caratterizzato dall’ibridazione dei sistemi di connessione, dove lo spazio virtuale e lo spazio fisico, si scambiano i ruoli “alimentandosi” a vicenda.