Nostro fratello Giulio

PRETENDIAMO LA VERITÀ

di Luca Giuseppe Murrone

Si sa che noi italiani siamo un po’ tanto patriottici e che cerchiamo sempre di rivendicare l’orgoglio della nostra patria anche se ne parliamo sempre male.Due anni fa scompariva in Egitto, nostro fratello Giulio Regeni e da allora non sappiamo i motivi di questa misteriosa scomparsa. Non sappiamo tantomeno le cause per le quali nostro fratello fu rapito e poi violentemente ucciso. Era una spia? Era qualcos’altro? Non lo sappiamo o forse non vogliono farcelo sapere.

C’è anche il silenzio e l’omertà che non ci fanno ben sperare attorno a questa terribile vicenda. L’omertà e il silenzio dell’Università di Cambridge, dove Giulio studiava e dove fu assegnatario di un dottorato di ricerca, proprio lì, in Egitto, dove Giulio ha perso “misteriosamente” la vita ma del perché, purtroppo, non sappiamo niente. Solo omertà e tanto silenzio.

Una cosa la sappiamo, però, che sono 2 anni senza verità eppure di fronte a tantissimi municipi italiani dopo quel drammatico 25 gennaio 2016, sono apparse le scritte “Verità per Giulio Regeni“.
Noi la verità per quel ragazzo figlio della nostra nazione la pretendiamo, per quel ragazzo nato nel 1988 che con la propria cultura voleva mangiare e che, per la cultura e non solo, è anche morto. È diventato, da allora, simbolo di un paese capace di rivendicare la propria identità ma incapace di prendersi la verità che li spetta.

Nel frattempo, a quanto pare, le indagini proseguono seppur a rilento ma ancora tutto è fermo, non si hanno certezze alcune. Il nostro governo ha provato e continua a provare di cercare comunicazione con il governo egiziano ma niente, nessuna novità eclatante.

Non si può morire così nel silenzio e senza una verità. Verità, quindi, che non deve essere solo uno slogan ma un dato di fatto. Una verità che i genitori di Giulio: mamma Paola e papà Claudio pretendono e che fanno sapere in un’intervista rilasciata a Repubblica “è con la verità che si arriva alla giustizia”.

Sono due anni che, dopo la scomparsa di Giulio avvenuta il 25 gennaio e il successivo ritrovamento del corpo (3 febbraio) la nostra nazione piange, insieme a mamma Paola e papà Claudio, Giulio e si commuove di fronte a quel viso limpido e puro che, purtroppo, è diventato simbolo di attesa, un’attesa che sembra sempre più utopica e avvolta nel mistero.
Nostro fratello ormai non c’è più e nessuno, purtroppo, può riportarlo in vita ma almeno un po’ di sana verità e successiva giustizia è un diritto che un paese sano e bello come il nostro si merita per un proprio figlio.

Ansa