LIBERI DI SCRIVERE, PARLARE E RACCONTARE LA VERITA’

Made with love by Luca Giuseppe Murrone

Il 3 maggio, dal 1993 a questa parte, si celebra la giornata mondiale per la libertà di stampa, promossa dall’Unesco. Ma a che punto stiamo? Il mondo della stampa, dell’informazione in particolare, è sempre più a rischio di ritorsioni, minacce, morte. Non c’è tutela per questo mondo fatto di tanta gente che cerca di scrivere, parlare e anche raccontare la verità.

In questa occasione, oggi, dove non si possono effettuare celebrazioni – RealisticaMente parlando – vogliamo sintetizzare sul concetto di libertà di stampa, prendendo esempi del passato e del presente, per far capire quanto è importante oggi la libertà, quella vera, cruda.

Spesso, da piccolo cronista di provincia, mi sono trovato a scrivere su tematiche “delicate”. Qualcuno mi ha detto “fatti i fatti tuoi” altri ancora: “Ma che cavolo scrivi di queste tematiche” e altri, con tono minaccioso, mi hanno detto “non si fa così la carriera, ragazzino”. Nessuna carriera, ma solo la voglia e la libertà, appunto, di scrivere la verità anche se, magari, a qualcuno può far male.

E quando si parla di Libertà di Stampa è impossibile non pensare alle tante minacce che i giornalisti, spesso anche semplici collaboratori, che subiscono ogni giorno.

Roghi, incendi, qualcuno ci ha lasciato la propria pelle per il suo lavoro. Pensiamo a solo titolo d’esempio a Giancarlo Siani, Peppino Impastato che sono solo numeri e simboli di una libertà soppressa, rapita, fatta di dolore e sogni spezzati.

Proprio su queste tematiche, il 3 maggio 2020, Ossigeno per l’informazione, con l’incoraggiamento della Commissaria per i Diritti Umani del Consiglio d’Europa, ha inaugurato un sito dedicato ai giornalisti uccisi: www.giornalistiuccisi.it. Un ottimo messaggio per ricordare e celebrare la memoria di queste vittime che hanno perso la vita per raccontare la verità.

Ricordo ancora, qualche anno fa, quando andai come collaboratore de Il Viaggio Legale, sulla Mehari di Giancarlo Siani, giornalista del Mattino ucciso dalla camorra nel settembre del 1985. Andammo in una scuola, sentii il profumo di libertà e un’emozione unica salendo sull’auto di Giancarlo, una Mehari verde, come la speranza di un mondo migliore.

Ci sarà un mondo migliore? Se ci saranno storie da raccontare sì, ma non possiamo aver paura di scriverle. Il giornalismo è un mondo che va aiutato e non sottovalutato anche se questo, nel tempo, è cambiato. Anche la criminalità organizzata si è adattata, facendo affari, infiltrando i giornalisti che, alcune volte, sono complici del malaffare.

Il giornalismo e la stampa hanno bisogno di liberare le ali, di raccontare sogni e speranze, di fare denuncia. Tutto questo è possibile. Libertà di pensiero, di parola, di fare giornalismo, quello vero.

Proprio sul fare giornalismo, quello vero c’è un pensiero molto bello e significativo della giornalista Rai, Giovanna Botteri – vittima di attacchi da Striscia la Notizia che hanno suscitato diverse polemiche.

La giornalista, inviata da Pechino ha risposto con una lettera aperta per chiudere (si spera) definitivamente il sipario su questa sua vicenda.

Un pensiero condivisibile, perché il giornalismo e la libertà di stampa non devono avere stereotipi ma devono essere liberi, RealisticaMente parlando, veri come piace a Noi.