IL PD E IL PROFONDO ROSSO

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Fonte: Wikipedia

Made with love by Luca Giuseppe Murrone

Nicola Zingaretti non è più il segretario del Pd. Il Presidente della Regione Lazio si è dimesso, un po’ a sorpresa, il 4 marzo, annunciandolo con un lungo post su Facebook – come si usa fare, d’altronde di questi tempi – e attaccando amici e nemici di un Partito che sembra essere finito in una selva oscura senza più riuscire a trovare la dritta via.

Chi sarà il prossimo Caronte del Pd? Se in politica non possiamo più, RealisticaMente parlando, fare riferimenti ai colori, possiamo farlo, purtroppo, per quanto riguarda la situazione di continua incertezza che governa le nostre vite, maggiormente da un anno a questa parte.

L’Italia rischia sempre di più il rosso. Alcune regioni in particolare, come l’Emilia Romagna, rischiano di rivivere l’incubo della zona rossa. È un profondo rosso che no, non è un film ma la triste realtà che ci aspetta. Mentre Zingaretti si dimette da segretario dem e il Festival di Sanremo cala di ascolti, infatti, la curva dei contagi da Coronavirus continua nuovamente a salire.

È un sali e scendi. Proprio come la politica e i partiti in particolare. Ma questo “Sali e scendi” deve far riflettere perché se per la politica ci rimettiamo noi, sul Coronavirus la situazione è ancora peggio.

È di questo che parla Zingaretti. Parla di gente attaccata alla poltrona e di stillicidio che non finisce.
Si vergogna, addirittura, che nel Partito del quale è segretario da due anni a questa parte, si parli solo di poltrone e primarie. Ha ancora senso farle poi, queste primarie?

Il disinteresse generale, soprattutto in tempi di pandemia, verso la politica è tantissimo. Ma più che disinteresse, lasciatecelo dire, è ignoranza verso la politica che, no, non è una colpa. L’ignoranza verso la politica è causata anche e soprattutto dall’ignoranza della politica che si, sono due cose diverse.

Ci sono molti politici ignoranti e la cosa triste, sapete qual è? che se ne vantano anche di essere ignoranti. Il Pd è crollato e allo sfascio totale da un po’ di tempo, purtroppo, e non ha saputo resistere e contrastare l’avanzata politica degli oppositori (Salvini e Meloni su tutti) ma anche è stato abbastanza fermo su alcune cose che, RealisticaMente parlando, hanno fatto perdere consensi.

C’è un Conte alla finestra? Un’alleanza generale? Chi lo sa. Le poltrone stanno ad aspettare e – tornando a quella sempre utile e vincente campagna pubblicitaria – le promozioni, purtroppo in questo caso – non terminano domenica.

C’è un motto che, negli anni, ha caratterizzato proprio il Partito Democratico ed è questo: “Sono partito democratico e non torno indietro”. Quali sono stati i difetti di questa partenza e di questo restare impantanati nella palude? Quali gli errori dal punto di vista della comunicazione?

Certamente parlare di politica, in tempi in cui molti italiani vivono in situazione di crisi socio economica dovuta alla pandemia in atto, non è certo semplice. Lo sanno tutti. Lo sa Matteo Renzi, il quale è stato anche accusato – tanto, ormai ricevere accuse per le crisi di tutti sono il suo piatto forte – di aver messo in piedi, dopo la caduta e conseguenti dimissioni di Giuseppe Conte, anche la dimissione dello stesso Zingaretti.

Chi sarà adesso il nuovo leader – se ci sarà un leader in un Partito in profondo rosso come il Pd, in questa fase storica – del Partito Democratico? Dei rumors avevano anche parlato del Presidente della Regione Emilia Romagna Stefano Bonaccini come uno dei “papabili” successori. La leadership, certamente, non gli manca ma, anche in questo caso, staremo a vedere.

Risalgono i contagi, risale la paura che – forse non se n’è mai andata – e un Presidente del Consiglio (Conte ndr) si dimette e un segretario di un partito lo segue, nella scelta, dopo qualche settimana. La primavera deve ancora arrivare e noi, RealisticaMente parlando, cosa ci dobbiamo ancora aspettare?