Il giorno in cui il mondo ha iniziato ad avere paura


di Luca Giuseppe Murrone

Ero ancora un bambino e quel pomeriggio ero a giocare nel cortile di casa mia, con un supersantos a cercare di imitare le prodezze del “Fenomeno” Ronaldo, il mio calciatore preferito, quando ad un tratto qualcosa in me, in Noi cambiò e quel giorno si iniziò a provare un sentimento nuovo.
Era un pomeriggio di fine estate e con la mente rilassata dopo tre lunghi e caldi mesi di vacanza, mi apprestavo a vivere un malinconico autunno e la mia mente libera e innocente era pronta ad andare a scuola.
Quello, però, non fu un pomeriggio qualsiasi, quello fu il pomeriggio dell’undici settembre 2001.
Ricordo che per un attimo ho lasciato il mio amato pallone, per un attimo l’ho messo da parte e sono salito in sala, con la mia famiglia ad ascoltare, vedere, sentire ogni notizia che provenisse dai media che ci potessero, in un certo senso, rassicurare.
Non c’era niente di rassicurante, però, perché le notizie che venivano dai lontani, quanto vicini, mediaticamente parlando Stati Uniti d’America, parlavano di sangue, di morte.
Per la prima volta mi resi conto, di aver paura, anche se i fatti che hanno cambiato la storia dell’età contemporanea furono, logisticamente parlando, lontani da dove vivevo io.
Eppure in quelle ore tutti ci siamo fermati a pensare, pregare e domandarci cosa fosse realmente accaduto.
C’è chi, d’altronde, risposte alle mille domande poste nel corso degli ultimi anni ancora non ha dato risposte.
Cos’ è successo quel giorno? Quel giorno di ben 16 anni fa, il Mondo ha iniziato a vivere una nuova fase, una fase caratterizzata dalla paura.
Da quel giorno, dove persero la vita per l’attentato terroristico delle Torri Gemelle quasi tremila persone, l’America, l’Italia, l’Europa, vivono diversamente.
Vengono rielaborati semanticamente alcuni termini, come ad esempio quello di terrorismo, che dall’undici settembre 2001, anche grazie all’evoluzione mediatica, ha assunto un ruolo differente da quello utilizzato fino a quel giorno, insomma, è diventato di uso comune nel linguaggio giornalistico e anche, purtroppo, nelle case delle persone.

Dopo i quattro attentati di quel giorno guidati dall’organizzazione terroristico- militare di  al-Qāʿida  l’uomo ha iniziato, erroneamente, anche a causa dell’effetto mediatico, ad abituarsi alla paura.

Le cause e le motivazioni che hanno spinto degli uomini a prendere possesso di aerei di linea e andarsi a schiantare contro le Torri Gemelle, non sono ancora del tutto chiare, ma le conseguenze le sappiamo, purtroppo, tutti.
Da allora l’America ha, prontamente, dichiarato “guerra al terrorismo” provocando sangue su sangue, paura su paura.
Si è creato un irrefrenabile effetto domino mondiale, del quale, se non si fa realmente qualcosa, ne pagheremo tutti le conseguenze.
È in giorni come questi, dunque, che occorre rinfrescare la memoria anche perché le notizie che arrivano da oltreoceano non sono per niente rassicuranti con le continue minacce di guerra tra Donald Trump e Kim Jong-un.

Io, che non sono più un bambino, quel giorno lo ricordo sempre perché è proprio da quel giorno che ho iniziato ad avere paura e oggi, purtroppo, ne ho sempre di più.