Fantozzi, quella “triste” ironia che ha divertito diverse generazioni

di Luca Giuseppe Murrone

Lo scorso tre luglio, all’età di 84 anni, è venuto a mancare un grande personaggio della televisione italiana: Paolo Villaggio.

Tutti gli organi di stampa si sono soffermati a riportare con una certa malinconia la notizia. Malinconia dovuta al fatto che tutti noi, almeno una volta nella vita, abbiamo potuto riflettere sui personaggi interpretati da Paolo Villaggio.

Villaggio è stato un grande dei nostri tempi, sempre attuale e sempre “tristemente” vero.

Chi non sorrideva nel vedere quel viso simpatico e quelle smorfie buffe del “ragioniere” più amato dagli italiani?

Tutti, grandi e piccini, abbiamo riso con la sua sfacciataggine e ancora oggi, dopo che Fantozzi è venuto a mancare, continueremo a soffermarci e riflettere sulla bellezza comica dei suoi film.

Ci ha fatti divertire, il ragionier Fantozzi, ma nel divertimento provocato dalla sua comicità, abbiamo potuto cogliere elementi di tristezza che sapeva mettere sempre ben in risalto.

La triste ironia di Fantozzi ci ha provocato anche una certa rabbia, perché, quasi tutti vedendo i suoi film, ci indignavamo nel vederlo uscire quasi sempre sconfitto dalle vicende quotidiane.

Era un’intelligenza comica fuori dagli schemi, quella di Paolo Villaggio, capace di farci vedere la realtà sia con risate che con un tocco quasi triste e malinconico.

Fantozzi era di un’umanità unica e proprio su questo, nelle ore postume al suo decesso, i social hanno centrato la loro attenzione con messaggi di cordoglio verso la sua famiglia, omaggiandolo con la sua celebre frase “com’è umano lei”.

Messaggi di cordoglio anche dalla “sua” signorina Silvani, che proprio sulla sua pagina Facebook ha detto “è morta anche la mia giovinezza“.

È stato sicuramente un vincente, lasciando a tante generazioni un patrimonio culturale e di risate davvero importante e su questo, almeno su questo, la maggior parte degli italiani, è d’accordo.

Ci saranno, nei tempi moderni, altri personaggi come Paolo Villaggio, capaci di far divertire e riflettere diverse generazioni?

Domanda alla quale è difficile rispondere, perché i tempi e il contesto storico nel quale siamo immersi ci proietta in un’altra ottica e diventa (quasi) impossibile immaginare che nei prossimi anni ci sia un nuovo personaggio “alla Fantozzi”.

L’Italia, con il decesso di Paolo Villaggio, perde sicuramente un patrimonio molto importante, ricco di umanità, straordinario talento che hanno fatto (e continuano a farlo) riflettere tutti noi.

Quindi, bisognerebbe dire che “Io speriamo che me la cavo” anche senza il supporto di Fantozzi, che lo scorso 3 luglio è andato, per davvero, in paradiso.