E se fosse Gentiloni Bis?

SI AVVICINA IL 4 MARZO, TRA SONDAGGI E PROMESSE PRE ELETTORALI SI FA CALDA LA PISTA DI UN NUOVO GOVERNO GUIDATO DAL PREMIER USCENTE

 

Di Luca Giuseppe Murrone

Il 4 marzo è vicino e la campagna elettorale sta evidenziando aspetti molto interessanti soprattutto negli ulti giorni. I rischi per i futuri governanti del “Bel Paese” sono tanti ma anche noi che tra meno di un mese ci recheremo ai seggi, non è che abbiamo chissà quali certezze, anzi tutt’altro.Finita questa legislatura e sciolte le camere alla fine dello scorso anno, nella prossima primavera avremo un nuovo governo che, se proprio tutto va male, potrebbe essere nuovamente guidato da un certo Paolo Gentiloni.

Gentiloni, primo ministro in carica è attualmente candidato per le prossime elezioni politiche del 4 marzo con la lista del Partito Democratico per il collegio uninominale Roma 1, accettando quindi la proposta del segretario dem Matteo Renzi che ha vinto, quindi, il costante braccio di ferro con i suoi ministri, candidandoli (quasi) tutti.È Noto a tutti, ormai, che l’Italia sta attraversando una delle pagine più buie- dal punto di vista politico si intende- degli ultimi anni e questo è anche per colpa nostra. È facile, infatti, scaricare la colpa agli altri (in questo caso ai politici) se tutto va male ma a quei politici chi ce li manda lì su quella fatidica poltrona? Siamo noi. Se l’Italia è allo sbando è colpa sempre dell’altro che ci circonda, anche se noi- magari- viviamo la nostra vita all’insegna dell’illegalità e della delinquenza.

La campagna entra sempre più nel vivo e tra litigi, fake news e possibili coalizioni, è sempre più probabile che il nostro paese possa trovarsi, dopo il 4 marzo, in una nuova fase di stallo. E quando tutto va male, ecco che scende in campo lui: Paolo Gentiloni.

Gentiloni che, fanno sapere alcune fonti molto vicine al partito, avrebbe rifiutato la possibile candidatura di una nuova lista, coalizzata al PD, che prendeva il suo nome. Scelta coraggiosa che fa onore al presidente che puntando sulle forze- seppur deboli- che i media evidenziano sul Partito Democratico, ha scelto di mettere il suo nome e il suo volto per la comunità del suo partito, passando per uno dei collegi più difficili: quello di Roma 1 appunto.

D’altronde, l’opinione pubblica ha presentato, nel suo mandato di governo, un Paolo Gentiloni serio, preciso e con un tono comunicativo mai banale anche se, qualche avversario politico, si è preso il lusso di dirgli che urlava. Gentiloni, infatti, a differenza di altri è un politico- comunicativamente parlando- alla vecchia maniera. Poco visibile sui social (ci sta il giusto) e poco attento agli aspetti più evoluti e moderni della nuova comunicazione politica.

Mai una parola fuori posto per il presidente del consiglio che in più occasioni, specialmente nella conferenza stampa di fine mandato dovuta allo scioglimento delle camere, ha parlato di meriti del suo governo e tante decisioni prese.

Il presidente, dunque, è stato l’uomo giusto al momento giusto ed anche se a noi italiani non ci sta bene mai niente, bisogna dare a Cesare quel che è di Cesare e, soprattutto, a Paolo quel che è di Paolo.