Caro Di Maio non può distruggere un sogno!

LETTERA APERTA DA UN ASPIRANTE GIORNALISTA AL MINISTRO DEL LAVORO

di Luca Giuseppe Murrone

È una vita che sento sempre la stessa storia. Tanti complimenti dei lettori che leggono, sparsi qua e là, i miei articoli ma troppi, sono anche i “ma chi te l’ha fatto a fare”. Sì, è sempre la stessa storia. Una storia, la mia nata, nel profondo Sud, quando già, dai versi rimbombanti e malinconici del mare d’inverno, provavo a sentire la mia anima che mi suggeriva solo una cosa: scrivi!

Forse non diventerò il numero 1, lo so, ma la voglia di scrivere ha sempre caratterizzato la mia vita. Ho sempre visto la cultura come arma di liberazione a qualcosa più grande di noi che, in un Paese nel quale molti sogni, soprattutto dei più giovani, vanno a puttane- scusate il francesismo- voglio continuare a sognare.

Venuto al nord, dalla mia terra d’origine, ho coronato un piccolo grande sogno, far uscire la mia firma su un articolo di giornale. Ho iniziato una collaborazione con un giornale di provincia. Per circa due anni, ho detto la verità, con spirito libero, occhio analitico e mente lucida. Ho commesso errori, ho ricevuto rimproveri dai miei superiori ma anche tanti complimenti. Mi sono schierato, sin da quando ho messo piede su questa terra, dalla parte giusta, quella della legalità.

Fare il giornalista, oggi, per un giovane sognatore, può quasi rappresentare un’utopia. Le forme contrattuali sono misere e con il guadagno degli articoli non riesci, nemmeno, a pagarti una pizza. Eppure i sogni non si distruggono. Questo lo voglio dire a Luigi Di Maio, ministro del lavoro di un governo che si definisce del cambiamento che, negli ultimi giorni, per mezzo di una diretta Facebook, senza contraddittori, se n’è uscito con una dichiarazione allucinante contro gli amici e colleghi del gruppo Espresso dicendo che stanno morendo.

Da febbraio, caro ministro, anche il sottoscritto, ha la fortuna e l’onore di collaborare con il Gruppo Espresso GEDI, un gruppo solido, innovativo che fa dell’informazione e non delle fake news, la propria forza.

I sogni continuano per un ragazzo come me e non sono di certo le parole, che profumano un po’ di minaccia, di un ministro del lavoro che mi intimoriscono. Un giornalista vero, anche colui che non ha ancora il famoso tesserino da pubblicista, come me ad esempio, non si lascia di certo intimorire da nessuno. Non si tira indietro, di fronte al dire sempre e solo la verità. Forse, quello che non ha detto la verità in questo caso è proprio Lei, caro Di Maio, e qui non centrano gli ideali politici che ogni giornalista possiede.

Io continuo a scrivere e a dire la verità, così come lo fanno con orgoglio, nonostante mille difficoltà, i giornalisti del Gruppo GEDI, Lei, caro ministro se ha voglia, magari, provi a leggere gli articoli di un modo di fare giornalismo che, nonostante tutto, NON MORIRÀ MAI.

La prego, non DISTRUGGA I NOSTRI SOGNI !