Calabria: un viaggio tra ‘ndrangheta e bellezza

Il 22 novembre un decreto del Consiglio dei Ministri ha sciolto 5 comuni in Calabria per infiltrazioni criminali.

di Luca Giuseppe Murrone

Isola Capo Rizzuto è un piccolo paese di circa 18 mila abitanti a pochi km da Crotone. È definita perla dello Jonio per la sua storia fatta di bellezza e purezza delle sue acque cristalline.

La sabbia cristallina, l’acqua pulita e raffinata, hanno permesso alla zona costiera di Isola Capo Rizzuto di aggiudicarsi il nobile titolo di “area marina protetta”.
Ma Isola, però, non è solo la perla dello Jonio per questo motivo qui, c’è ben altro in mezzo e non è- di certo- l’azzurro del mare.

Il colore che macchia questo dono della natura è il rosso sangue del malaffare che condanna e sopprime una regione che ha sete di riscatto ma che, fin troppo, si fa affogare dagli affari di quella che in Calabria è diventata, ormai, “di origine protetta”.

Stiamo parlando della ‘ndrangheta che a Isola Capo Rizzuto ha casa facile, tant’è vero che in data 22 novembre 2017 un decreto del Consiglio dei Ministri ha deciso lo scioglimento del comune per infiltrazioni mafiose.
I politici locali e alcuni liberi cittadini, dopo aver appreso la notizia, hanno rilasciato diverse dichiarazioni, come ad esempio: “lo Stato da noi ha perso” a testimoniare il fatto che in quella terra, purtroppo, regna la rassegnazione.

“Tanto qui non cambierà nulla. Loro ci sono e resteranno sempre” pensa molta gente contraddicendo gli ideali e gli esempi di martiri della legalità come Falcone e Borsellino che ritenevano, appunto, che “la mafia è un fenomeno umano e come tale ha un inizio e una sua fine”.

La stessa sorte di Isola Capo Rizzuto hanno avuto ben altre amministrazioni sparse nella regione calabrese: il comune di Cassano allo Ionio nel cosentino, Petronà nel catanzarese, Marina di Gioiosa Ionica nel reggino.

Il comune più grande e importante che è stato colpito da questo decreto è, però, quello di Lamezia Terme che conta circa 70mila abitanti e, soprattutto, è giunto al suo terzo scioglimento per infiltrazioni criminali nella sua storia.

La Calabria di bellezza e turismo è costretta ancora una volta a far emergere, agli oneri della cronaca, un’altra faccia che- realisticamente parlando- fa certamente più notizia e ci provoca una certa indignazione.
Riusciremo a sconfiggere questo malaffare? Riusciremo a cambiare le carte in una terra rassegnata? Sono domande alle quali è sempre difficile trovare risposte.

Certamente non fa, ormai più notizia il fatto che un comune, specialmente nel Mezzogiorno, venga sciolto per questo motivo ed è proprio su questo che dovremmo riflettere.
Gli intrallazzi tra cosche e politica ci sono sempre stati – e, forse, sempre ci saranno- e, seppur a pochi giorni dalla morte del capo di Cosa Nostra, bisogna riflettere sul fatto che la mafia è, purtroppo, viva e vegeta e, come molte cose, ha cambiato la propria strategia comunicativa.