“Basso profilo”, nuova operazione anti ‘ndrangheta


Made with love by Luca Giuseppe Murrone

“Aundi tagghi, tagghi, scula ‘ndrangheta”. Dove tagli, tagli gocciola ‘ndrangheta. È un vecchio adagio. Vecchio quasi come la ‘ndrangheta ma pur sempre rinnovabile, adattabile ai contesti storici. Di “tagliare” e trovare ‘ndrangheta, il Procuratore Capo di Catanzaro Nicola Gratterii e i suoi uomini, di certo non si stancano mai.

Ogni giorno in Calabria è una nuova alba che, spesso, ha il profumo di voglia di libertà e legalità. Nelle prime ore del 21 gennaio 2021, in tutta Italia, una nuova operazione anti ‘ndrangheta coordinata proprio dalla Procura Distrettuale di Catanzaro denominata “Basso profilo”.

Circa 200 le donne e gli uomini della Dia e centosettanta unità delle varie Forze dell’Ordine tra Polizia di Stato, Carabinieri e Guardia di Finanza sono state impegnate.

Diversi gli indagati di questa imponente operazione che non vede coinvolta solo la Calabria ma, proprio ad ulteriore testimonianza della pervasività della ‘ndrangheta, si è estesa e ha interessato anche altre regioni d’Italia.

La stampa nazionale, ovviamente, ha buttato anche l’occhio su questa fresca notizia di cronaca. Sarebbero ben 13 le persone portate in carcere e 35 ai domiciliari. Durante questa operazione, come riporta “Repubblica” e “Open” è stata perquisita anche la casa romana del leader dell’Udc Lorenzo Cesa che risulta indagato per concorso esterno.

Proprio il segretario dell’Udc, Lorenzo Cesa, come riportato dal “Messaggero“, lo stesso Cesa, ha rilasciato a “Repubblica” delle dichiarazioni a seguito di questa operazione che lo vede coinvolto.«Mi ritengo totalmente estraneo. Come sempre ho piena e totale fiducia nell’operato della magistratura. E data la particolare fase in cui vive il nostro Paese rassegno le mie dimissioni da segretario nazionale come effetto immediato».
È finito ai domiciliari anche il segretario regionale dell’Udc e assessore al bilancio calabrese, Franco Talarico.

Ad essere messe sotto la lente d’ingrandimento della Procura sono i “soliti nomi”. Si tratta, infatti, delle più importanti e pericolose ‘ndrine di Crotone, Isola Capo Rizzuto e Cutro come – secondo quanto riportano le Agenzie di Stampa – la famiglia Bonaventura, Grande Aracri, Aracri e Arena.

Non solo, però, i soliti nomi. Perché il “Basso profilo” criminale e ‘ndranghetista era attribuito anche ad altri, solo all’apparenza, insospettabili imprenditori e molti “colletti bianchi” di Catanzaro e provincia, uomini della pubblica amministrazione che – secondo l’accusa – risulterebbero collusi con i clan per affari illeciti e criminali: tra questi anche il classico voto di scambio.

Non solo, questo, però. Le indagini della Procura Distrettuale hanno potuto constatare la movimentazione illecita di denaro per un valore complessivo di oltre trecento milioni di euro. Sequestrati, inoltre, conto correnti bancari e postali, beni immobili e compendi aziendali.

È un “crimine infinito” anche se spesso si presenta con il “Basso profilo”.

Grazie, sempre e per sempre, RealisticaMente parlando, al Procuratore di Catanzaro Nicola Gratteri, al Direttore della Dia, Maurizio Vallone e a tutte le donne e gli uomini che, ogni giorno, provano a rendere più sana e più legale questa terra.