L’Italia cambia di nuovo colore. Lo fa per cercare di contrastare un continuo mostro invisibile che ha stravolto – da più di un anno, ormai – le nostre vite. La geografia nazionale ci porta ad un nuovo cambio di programma con conseguenti restrizioni serie per cercare di limitare gli incredibili danni della Pandemia.
Con la Sardegna che alza bandiera bianca, tutte le altre regioni d’Italia, sono dal 15 marzo in poi, rosso o arancio. E i colori che dovrebbero significare vita, libertà e sensazioni piacevoli (ricordiamo tutti i mille colori degli arcobaleni con la scritta “andrà tutto bene”) oggi, ancora una volta, parlano di buio.
Un buio incombente cade ancora, nuovamente, sul mondo intero e sul nostro Paese che da un anno a questa parte ha cambiato tutto e niente. Ha cambiato un governo, ha cambiato un piano di emergenza, ha chiuso e richiuso attività commerciali e sopratutto ha costretto milioni di ragazzi a stare a casa e a conoscere il termine “D.A.D.” Che non è un modo simpatico e carino, tratto dall’inglese, per chiamare il proprio papà.
C’avevano provato con i banchi a rotelle, spendendo milioni e milioni di soldi nostri. Ci aveva anche provato Conte che, a dire dal gradimento social, sembrerebbe che abbia fatto di tutto per salvare questo Paese proponendo vari bonus e malus agli italiani.
Però gli “ultimi” – ovvero quella classe sociale non riconosciuta e composta da milioni di esseri umani – continuano, ancora oggi, dopo l’ennesimo cambio di colore a rimanere tali, ultimi. Pensate ai teatri, ad esempio. Il sipario si è chiuso un anno fa ormai e non si è più riaperto. Anzi i sipari sono stati decretati in zona rossa perenne.
Non è tutto qui, nella “strega comanda colori” nazionale, vi è un colore che dovrebbe unirci tutti, ancora una volta e forse più di prima. E no, non si sta facendo riferimento, RealisticaMente parlando, ai canti sui balconi e gli applausi con tanto di urla “andrà tutto bene”. Il colore che dovrebbe unirci, oggi più che mai, è quello verde della speranza.
Mentre si litiga e si continua a pianificare la campagna vaccinale – con la sospensione della somministrazione delle dosi di AstraZeneca – l’Italia continua a galleggiare in un mare di incertezze. Ma intanto, lì fuori, i fiori iniziano a sbocciare e la primavera si appresta ad arrivare. A noi, invece, RealisticaMente parlando non ci resta che sperare.