Di Matteo Murrone
Un’azienda che del risolvere i misteri, fa il proprio business, ha creato e portato avanti un bellissimo progetto del tanto amato welfare aziendale. Parlo di una realtà imprenditoriale a Brescia, la Copan, che è specializzata nella produzione e raccolta di tracce microbiologiche, in pratica si lavora per chiarire le scene del crimine. Nel dettaglio cosa ha fatto questa impresa di così stravagante? Ha attuato un originale modello di welfare.
Nato attraverso la somministrazione di un questionario e con lo stesso si è riusciti ad analizzare che vi era una passione condivisa tra tantissimi dipendenti: la cucina. Praticamente dopo il lavoro, vengono organizzate delle vere e proprie gare di cucina dove si sfidano due squadre. Esattamente come nei tanti reality di cucina presenti in tv. Ma non è solo l’unico progetto in ottica di welfare che si porta avanti ci sono anche corsi di yoga, pilates, visite mediche gratuite.
In questo blog, voglio però soffermarmi e descrivere proprio questa singolare idea di welfare: il Copan Cooking. Tant’è che la gara ha visto coinvolti 30 dipendenti. Le squadre composte da lavoratori di tutti i gradi, estratti a sorte dai bimbi dell’asilo aziendale. A tal fine l’obiettivo dell’azienda era anche migliorare la comunicazione interna, dove vi erano dei colleghi che si conoscevano solo per email aziendale, ma senza vedersi mai di persone.
Ma l’idea va ben oltre il semplice conoscersi di persona, l’intento era creare centralità intorno alla persona, al capitale umano. Copan ha sempre creduto nel valore della centralità della persona e del tema welfare per creare sintonia e fiducia negli ideali azienda-lavoratore. Attraverso il “Copan coking” anche i dipendenti si sentono un po’ come Masterchef.