
di Gian Franco Murrone
Perché non c’è nemmeno un brivido
solo una goccia d’ossigeno
fra due ombre che si inseguono e
innanzi al cielo si inchinano
mattine vuote sulla spiaggia
folate d’ira verso noi
non p-Re-serva-Re mai la cattiva
sorte
ruota fino al confine che nessuno sa
dove Re-gna l’impossibile
e a spaventarti è la novità
tornare indietro di mille anni con i canti e i pazzi
movimenti
le piaghe della luce si frantumano
su per la frastagliata costa
l’alba, alcolica, sola e bugiarda
deride il mio corpo
con battute di vento
che con timido imbarazzo
evito e stupendo è quel movimento di rice®ca
nel freddo mattino autunnale
e non mi accorgo che dalla spiaggia
cade l’amore
ché è già natale
e sono ancora più solo