di Luca Giuseppe Murrone
C’erano tanti dubbi e perplessità sul #modenapark l’evento epocale, tenutosi sabato 1 luglio, nel Parco Ferrari di Modena.
Doveva essere la sua festa, quella del suo popolo che dopo quarant’anni fa ancora saltare, emozionare e, soprattutto, godere.
La festa c’è stata eccome e non è stata solo la festa dei quarant’anni di carriera di Vasco Rossi, ma una festa che riguarda tutti noi.
È inutile negarlo e, certamente, bisogna dare a Cesare quel che è di Cesare, al dì la dei gusti personali (quelli per fortuna sono una cosa molto soggettiva) il Komandante di Zocca, ha raccolto a sé un successo epocale.
Sono, infatti, numeri da record quelli che, il concerto dell’anno, è riuscito ad ottenere.
Chi non è riuscito ad acquistare il biglietto per #modenapark ha potuto seguire l’evento su Rai1, con il commento di Paolo Bonolis, che, sui social in particolare, ha raccolto più critiche che elogi.
Certamente, però, non bisogna fossilizzarsi.
Ci sono stati, infatti, altri concerti/eventi da record e sicuramente, negli anni, ce ne saranno altri.
Quello del Blasco, però, ha un sapore di vittoria diversa, e ciò può essere dato dal messaggio che lui stesso ha lanciato: “Non dobbiamo aver paura”.
Una vittoria diversa di una nazione che, visto il clima di tensione per quella tremenda fobia che invade, fin troppo, le nostre emozioni, ha saputo presentarsi alla grande.
Non ci siamo piegati di fronte alla paura e l’abbiamo fatto tutti legati al messaggio unanime di un leader: Vasco Rossi.
In questi tempi moderni, dove la paura ci tiene chiusi in casa, infatti, lo stesso cantante, è apparso come Idolo di larga parte della nostra nazione anche, se, come sempre, qualche critica è arrivata.
Con #modenapark si è fatta davvero la storia, non solo per aver racchiuso in un posto ben più di 220 mila persone (paganti) ma semplicemente, perché, quelle persone, non avevano paura anzi sono andate oltre la paura.
C’è stata, addirittura, qualche ragazza che mentre il Kom intonava la sua celebre canzone “rewind” accompagnata da una voce unanime di 220mila persone, si è slacciata, sentendosi libera, il proprio reggiseno , a testimonianza del fatto che lì, per quella notte, non si aveva paura.
Non ha avuto certamente paura la città di Modena, che è stata capitale del rock italiano e che, soprattutto ha lanciato un bellissimo messaggio, grazie al “suo” Komandante a tutto il nostro continente:
“Non cediamo alla paura e godiamoci le albe chiare dei nostri giorni”.