Made with love by Luca Giuseppe Murrone
Nuovi colpi alla ‘ndrangheta. È una nuova alba in Calabria e quando sorge il sole, ormai, si sa che spesso ad accompagnare questo bellissimo fenomeno naturale, ci sono le “gazzelle” delle forze dell’ordine che vanno a prendere esponenti – o presunti tali – della criminalità organizzata. Non solo Calabria, perché, RealisticaMente parlando, quando si usa il termine ‘ndrangheta, ormai, tutto il mondo è Paese.
Nella mattinata di mercoledì 10 febbraio 2021, la Polizia di Stato, su ordine della Direzione Distrettuale Antimafia di Catanzaro, coordinata dal Procuratore Capo Nicola Gratteri, ha eseguito decine di misure cautelari, nel corso di una maxioperazione anti ‘ndrangheta contro alcune delle più note, ormai da anni, cosche del Crotonese.
Diversi i militari impegnati su tutto il territorio nazionale per questa ennesima “operazione di pulizia” che, gli inquirenti, hanno denominato “Golgota” come la definizione aramaica del calvario di Gerusalemme, ai tempi di Gesù Cristo.
Si tratterebbe – come scrive anche il CorrieredellaCalabria – di una continuazione imponente della maxi inchiesta denominata “Malapianta”. E a quanto pare, di “Malepiante” o di “Gramigna” questa nostra terra, tanto bello quanto martoriata, è piena.
C’è anche, però, per fortuna, RealisticaMente parlando, chi vuol provare a curare questa nostra terra da queste malepiante e questo cancro della società che ci inquina, che ci macchia e che ci fa male. Come fanno il Dottor Nicola Gratteri e i suoi “angeli”. A loro va sempre, RealisticaMente parlando, la nostra immensa gratitudine.
L’OPERAZIONE GOLGOTA
Sono 36 le ordinanze di misura cautelare emesse dalla Dda di Catanzaro ai danni dei clan ‘ndranghetisti “Arena- Nicoscia” di Isola Capo Rizzuto e del clan “Mannolo” di San Leonardo di Cutro.
Secondo l’accusa ci sarebbero da contestare agli uomini (molti già noti alla cronaca) fermati nel corso dell’operazione Golgota, i reati di associazione mafiosa, traffico di droga (principale business delle cosche) e la detenzione illecita delle armi.
Ad essere impegnati in questa nuova ed importante operazione di legalità e contrasto al sistema ‘ndranghetistico calabrese, sono stati anche gli uomini del Servizio centrale operativo guidati dal Direttore Fausto Lamparelli, con la collaborazione di diversi poliziotti delle Squadre mobili di Bergamo, Catanzaro, Cosenza, Milano, Novara, Vibo Valentia e Reggio Calabria.
Impegnati anche i vari reparti di prevenzione crimine di Bari, Cosenza, Lecce, Vibo Valentia e Siderno e un gruppo speciale di unità cinofile di Vibo Valentia e Reggio Calabria con anche il supporto dell’elicottero del V Reparto Volo di Reggio Calabria.
LE DICHIARAZIONI DI GRATTERI IN CONFERENZA STAMPA
Nel corso della conferenza stampa dell’“Operazione Golgota”, che ha condotto agli arresti ben 36 persone, il Procuratore Capo di Catanzaro, Nicola Gratteri ha dichiarato: “questa è ‘Ndrangheta di serie A. Essa è riconosciuta in ambito giudiziario da molti anni ormai, sin dagli anni sessanta e domina la provincia di Crotone».
Inoltre sempre il Procuratore Nicola Gratteri si è soffermato sulle importanti azioni di contrasto al crimine della ‘ndrangheta dicendo ai giornalisti presenti: «Su questo territorio (Crotone e provincia ndr) ho messo tre sostituti della Dda solo per il circondario di Crotone. Questi sono Sirleo, Guarascio e Mandorfino, magistrati molto preparati, tra i migliori che ho alla Dda».
Importanti dichiarazioni di Gratteri sono anche queste, però: «Negli ultimi anni sono arrivati e stanno arrivando uomini di primo piano, stiamo ottenendo grandissimi risultati, ma malgrado questo le famiglie continuano a rigenerarsi. Arrestati i padri ci sono i figli e poi i nipoti. La ‘ndrangheta continua a rigenerarsi. È un continuo rincorrersi. Vuol dire che le regole del gioco dovrebbero cambiare. Non basta solo l’azione giudiziaria».
Facciamo oro delle dichiarazioni del Procuratore Gratteri e ribelliamoci a tutte le forme di malaffare, al Nord e al Sud. Ovunque. A Gratteri e a tutti gli “angeli della legalità” impegnati in questa nuova ed imponente operazione va, RealisticaMente parlando, tutto il nostro più sincero GRAZIE.
Espandere le radici
Le radici sono ben salde e radicate, da anni ormai, nel sottosuolo della Calabria. Le radici si rispettano ma, come spesso accade, alle piante e malepiante per crescere va data acqua e concime. Spesso le radici crescono e devono allargarsi e contaminarsi.
È così, più o meno, in una metafora semplicistica, che si diffonde il male di questa società. Mentre venivano eseguite ben 36 ordinanze di misure cautelari in Calabria ai danni dei clan del Crotonese, al Nord un’altra imponente operazione, sempre con lo stesso comune denominatore:‘ndrangheta.
GEMELLI
La Procura di Brescia, nella mattinata di mercoledì 10 febbraio 2021, ha deciso di muoversi e che era giunta l’ora di una nuova alba anche al Nord Italia e di un po’ di sana pulizia, con una nuova operazione di legalità e contrasto al crimine ‘ndranghetistico.
Una nuova indagine della Polizia Giudiziaria e coordinata dai Sostituti Procuratore Paolo Savio e Claudia Moregola della Dda di Brescia ha permesso di effettuare ben 15 perquisizioni a carico di diverse persone.
Come scrive LaCnews24 l’Operazione Gemelli ha permesso di mettere sigilli a società, terreni e fabbricati nelle provincie del Nord Italia, in particolare: Mantova e Reggio Emilia e nella, ormai, onnipresente, Provincia di Crotone.
Ad essere colpita profondamente, nel corso dell’Operazione Gemelli è la cosca di ‘ndrangheta originaria del Crotonese, ma con forte radicamento e una locale di ‘ndrangheta in provincia di Mantova: la famiglia degli Arena di Isola Capo Rizzuto.
Maxi sequestro
Le Fiamme Gialle e la Polizia di Stato hanno effettuato sequestri per un valore complessivo pari al milione e mezzo di euro a ben quattro società appartenenti al settore degli autotrasporti nelle rispettive provincie di Mantova, Reggio Emilia e Crotone. Non solo, però, gli uomini delle forze dell’ordine hanno messo sotto sequestro, anche, sette fabbricati, tre terreni e quattordici automezzi.
E c’è ben altro perché il potere e il giro del malaffare non conosce limiti. Dai documenti forniti dalla magistratura su questa operazione, si attesta che gli indagati nell’Operazione Gemelli avevano creato un vero e proprio cartello di pratiche economiche illegali arrivando a percepire dei redditi che non corrispondevano a quanto realmente dichiarato al Fisco.
Sequestri anche al Nord, quindi, a conferma ulteriore dei giri loschi e criminali della legge della rinnovata ‘ndrangheta che, da anni ormai, seppur restando fedele alle origini e le radici, si espande e si allarga e ci dice che: “Tutto il mondo è Paese”.
GRAZIE ALLE FORZE DELL’ORDINE
Hanno lavorato attivamente a quest’indagine il Servizio Centrale Operativo della Polizia di Stato con la collaborazione delle donne e gli uomini delle Squadre Mobili di Brescia e di Mantova, oltre che al Servizio Centrale Investigazione Criminalità Organizzata della Guardia di Finanza e del G.I. C. O (Gruppo Operativo Criminalità Organizzato) del Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria di Brescia.
Anche le intercettazioni, telefoniche ed ambientali, ovviamente, hanno permesso di far luce su questo malaffare e di captare i giri loschi e criminali che gli uomini della ‘ndrangheta riuscivano ad avere sul territorio del Nord Italia, in particolare nel Comune di Viadana, dove secondo le indagini della magistratura, gli uomini della ‘ndrangheta, nel corso del tempo, hanno creato una locale autonoma e ben organizzata.
Dalle intercettazioni, come riporta benissimo LaCnews24, emerge anche una telefonata ed un invito da parte di un esponente della cosca di ‘ndrangheta ad un altro personaggio importante della criminalità organizzata calabrese di trasferirsi al Nord perché“… qua Viadana è nostro, ora ci possono prendere 30 anni, 50 anni o l’ergastolo, ma Viadana è il nostro…».
Ancora nuovi colpi, quindi, ma il male permane. RealisticaMente parlando, però, “Noi ci dobbiamo ribellare” e, come in tutte le cose, dobbiamo sempre scegliere da che parte stare.
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