Il calcio è poesia quando giocano questi due “alieni”
Made with love by Luca Giuseppe Murrone
Me le ricordo le partite della mia squadra del cuore (l’Inter), quando i miei fratelli più grandi mi portavano con loro a vederle al bar. Spesso non capivo nemmeno le tecniche di quello che dicono, RealisticaMente parlando, essere lo sport più bello del mondo… ma già quel brasiliano con la maglia numero 9 sulle spalle me ne faceva innamorare.
Crescendo qualche regola del calcio l’ho imparata. Mi sono sempre di più innamorato della mia fede calcistica- Si, lo so, sono masochista – e ho iniziato ad apprezzare sempre di più i fenomeni che nel bene e nel male lasciavano il segno nei vari campi di calcio la domenica.
Era tutto bello, quando Ronaldo il fenomeno prendeva il pallone tra i piedi e galoppava, con quel senso di libertà e di forza che lui sapeva trasmettere benissimo.
Mi ha fatto piangere Ronaldo il fenomeno. Tante volte di gioia ma anche di disperazione (termini sempre adattabili al concetto calcistico). Me lo ricordo- come fosse ieri- quel 5 maggio 2002 quando l’Inter perse lo scudetto e i rivali di sempre della Juve lo vinsero.
Tra mille rimpianti e mille altre emozioni con l’Inter, adesso sto avendo il piacere di vivere un’era calcistica bellissima, emozionante dove, basta vederli giocare e ti innamori del calcio, quello vero, che nasconde ancora- Dio denaro a parte- un po’ di Romanticismo.
È l’era di Messi e di Cristiano Ronaldo. Entrambi sono il mix perfetto. Non c’è uno più forte dell’altro. Sono fenomeni, geni assoluti di un’arte chiamata Calcio.
Con i due goal (quello del tre a zero un fantastico capolavoro su punizione) la “Pulce argentina” ha toccato quota 600 goal con i club ed è reduce dall’ennesimo trionfo: la vittoria della Liga, con la maglia del Barcellona, oltre ad essere principale candidato – anche se contro il Liverpool può succedere di tutto – per la vittoria della coppa dalle grandi orecchie con il suo club.
Alla vigilia delle semifinali di Champions Leauge, l’allenatore del Totthenam, Pochettino, in conferenza stampa ha detto:”Abbiamo tutti il 25% di vincere la coppa ma solo una squadra ha in campo Leo Messi”. Messi, infatti, seppur non giocando tecnicamente la partita perfetta, ha lasciato due volte il segno nella semifinale di andata, nella vittoria per 3 a 0 del Barcellona contro gli uomini di Kloop.
Se si parla di record, però, quelli li ha fatti e continua a farli anche il portoghese che veste la maglia numero 7 della Juventus che, da interista, non smetterò mai di invidiare ma nello stesso tempo ringraziare la società rivale di sempre per averci concesso l’opportunità di ammirare da vicino, nel campionato di Serie A quest’altro genio dal talento non umano.
La disputa che da un decennio circa perseguita i 2 geni del calcio della nostra epoca fa solo del male al calcio. Anche Mario Balotelli, subito dopo il goal capolavoro di Messi contro il Liverpool se n’è uscito con un’affermazione leggermente polemica dichiarando: “Per il bene del calcio non paragonate Messi al 7 della Juve”. Affermazioni che, spiando sui social si accomunano all’idea espressa da Super Mario.
RealisticaMente parlando, però, non vedo giusto polemizzare sul chi è il numero 1 o il numero 2. Loro sono Geni. Punto. E quando smetteranno di giocare e farci divertire- tutti gli amanti del calcio si augurano il più tardi possibile- sarà, RealisticaMente parlando, un male enorme da superare. Quindi, godiamoceli più che mai.