Di Matteo Murrone
La stessa “carta del welfare” si sviluppa su tre pilastri, o meglio macroaree dove il dipendete ha un ventaglio di scelte. In particolare i tre pilastri riguardano: Il welfare in senso generale – rete sociale di protezione che varia tra le coperture assicurative e previdenziali. Il welness – iniziative che conciliano benessere mentale e fisico per creare armonia tra vita lavorativa e benessere fisico – in ultima ma non per importanza il flexible benefit i più svariati benefit che un datore può predisporre a vantaggio del proprio collaboratore.
Come nei ristoranti esiste la carta dei vini, in questa multinazionale che in Italia ha sede nella Provincia di Bologna, c’è il menù dei benefit: una bella idea che comunque ha raggiunto il suo traguardo, anche grazie ad un clima di relazioni sindacali sicuramente partecipative.
Tra le scelte ci sono: viaggi, corsi di lingua, una sorta di catalogo a premi per destinare i propri “punti flex” a qualunque cosa presente nel catalogo. Si tratta di veri e propri punti da destinare a ciò che più si avvicina alle proprie passioni. Chi li destina per comprare buoni per viaggi altri per l’area relax. Attraverso gli stessi si sceglie l’opzione che più si avvicina alla propria condizione lavorativa e familiare. Infatti vi sono scelte tra chi ha famiglia o chi è single. Una vasta gamma di scelte quella che si presenta ai collaboratori della Philip Morris.