Dove c’è illegalità ci sono mafie. Dove c’è crisi, anche. Lo sanno tutti ormai anche se occorre sempre ribadire, RealisticaMente parlando, quanto siano sempre più globalizzate anche all’interno della società che potrebbe essere definita “civile”.
Una delle principali fonti di business – è noto ormai – delle mafie è il commercio e traffico illegale di droga, in particolare di “oro bianco” la classica cocaina che, sempre di più, in quantità industriale, arriva sulle piazze di tutta Italia come se fosse semplice polvere.
Le acque dei nostri fiumi, come quelle del Po, sono sempre più contaminate di cocaina. Lo affermano le statistiche, condotte anche di recente, dall’Istituto Mario Neri di Milano. Ma non solo cocaina, però. Le mafie hanno messo gli occhi, il naso, la bocca e le mani anche su altri business illegali.
GRATTERI E GLI ALTRI
In diversi lo criticano, molti lo amano e lo apprezzano. Gli ‘ndranghetisti, invece, lo continuano a minacciare di morte e lui, da oltre vent’anni ormai, vive protetto e sotto scorta. Non si fa di certo intimorire, però, il procuratore capo di Catanzaro, Nicola Gratteri.
Finito nel ciclone mediatico, dopo la sua prefazione – del quale poi si è pentito e scusato – al libro negazionista, Gratteri non perde tempo e mette a segno un altro colpo mirato a debellare un cancro della società come può essere definitiva la ‘ndrangheta.
‘Ndrangheta che è diventata sempre più potente e globalizzata. E anche Gratteri, dal canto suo, si sta sempre più ingrandendo sotto l’aspetto di contrasto e proprio per questo diventa sempre più bersaglio di molti.
COLPO AI NARCOS CALABRESI
Nella giornata del 15 aprile scorso, la Procura di Catanzaro, coordinata da Nicola Gratteri, ha condotto un’operazione straordinaria e internazionale atta al contrasto del traffico di droga.
L’operazione, denominata “Molo13” ha visto impegnata la Guardia di Finanza in diverse regioni d’Italia per un totale di ben 20 misure di custodia cautelare e sequestri di 150 kg di cocaina e 4 milioni di euro.
L’oro bianco viaggiava (e continua a farlo) e sconfinava dall’Italia al Sud America, fino a toccare anche nuovi Paesi come la Costa Rica che – come affermato dallo stesso Procuratore di Catanzaro – è diventata la porta della droga verso l’Europa.
Tutto, però, in mano e in testa ai calabresi. Era proprio in Calabria, in particolare a Guardavalle (Catanzaro) il punto centrale di questo oro bianco che viaggiava illegalmente. La cosca di ‘ndrangheta dei Gallace – secondo Gratteri – è riuscita nel tempo ad internazionalizzarsi diventando – come ha riferito Gratteri in conferenza stampa – “élite del narcotraffico” capaci di immettere sul mercato illegale, cocaina, marijuana, eroina e hascisc.
LA FORZA DEI GALLACE
Nuovi modus operandi ma vecchi affari sporchi. I Gallace sono riusciti anche ad infiltrarsi nella cosiddetta “cosa pubblica”” in Toscana, in particolare, a testimonianza ulteriore di quanto sia pervasiva questa ‘ndrangheta.
Gestione illecita dei rifiuti e occhi sugli appalti pubblici. Gli uomini della cosca Gallace, guardavano con particolare interesse il porto di Livorno dove – secondo quanto riferito dagli atti giudiziari – circolava la droga facendola sbarcare anche all’estero.
Questo è l’ennesimo tassello di un puzzle che Gratteri e i suoi stanno cercando di mettere insieme e assembrare per cercare di pulire questo mondo sporco. Ci sono tanti che, provano ad ostacolarlo, ma Gratteri, Realisticamente parlando, continua con umiltà e professionalità, a lavorare.