Made with love by Luca Giuseppe Murrone
La festa delle Donne prima e quella del Papà dopo, quest’anno non le dimenticheremo mai. Saranno ricordate sempre. Molti di noi non hanno potuto abbracciare le Donne, i Padri. C’è anche chi- costretto dalle misure restrittive del Decreto Ministeriale – non è potuto andare nemmeno a portare un omaggio, un fiore sulla tomba dei propri cari defunti. E quando accade questo è sicuramente “un giorno di dolore”.
“Quando tutte le parole, Sai che non ti servon più” dice il Rocker di Correggio. E quali parole servono? Quali parole possiamo trovare di fronte a decine e decine di mezzi dell’Esercito Italiano che, a Bergamo, raccolgono salme, vite spezzate, sorrisi e sogni infranti abbattuti da un tremendo virus che no, non è soltanto “una semplice influenza”. E quando accade questo è sicuramente “un giorno di dolore”.
Possiamo riprendere Liga per dire che è un periodo di dolore, tremendo, assurdo che non dimenticheremo mai. La paura ci rende impotenti e, armati di mascherine, guanti, in questo “periodo di dolore” ci rendiamo conto di quanto si stava bene quando si stava peggio, quando ci lamentavamo di tutto ma, almeno, avevamo la serenità. Ora è arrivato un virus a privarci della libertà, a cercare di annientare un Paese, bello e forte, come la nostra Italia. Ci stanno chiedendo, a più riprese, di restare in casa… ma sembra che molti non vogliono capirlo. E quando accade questo è sicuramente “un giorno di dolore”.
I coglioni che non rispettano le regole sono tanti, troppi dimostrando, ancora una volta che, forse, il virus, prima o poi, si fermerà ma la stupidità umana continuerà in eterno.
Ed è un giorno, un periodo di dolore. Quando ti mancano gli abbracci, le carezze e i sorrisi, quando i nostri eroi (tutto il personale sanitario italiano) fa turni assurdi in Ospedale per darci una speranza.
La speranza, infatti, è l’ultima a morire e nonostante “il giorno e il periodo di dolore” questo Paese non può permettersi di mollare. Facciamo un sacrificio, rinunciamo alle cose banali e consoliamoci nell’essenza delle cose semplici. Morti o sopravvissuti? Dipende anche da noi se anche il prossimo sarà “un giorno di dolore”.