Un anno importante per la politica italiana, ma cos’è (realmente cambiato) dal referendum costituzionale?
di Luca Giuseppe Murrone
Cos’è cambiato da quel giorno? In realtà da allora non è cambiato niente.
Come prevedibile, infatti, quella domenica di (ormai) un anno fa, la politica italiana ha vissuto un’altra interessante pagina della storia della nostra Repubblica. Il Presidente Renzi, come promesso in campagna elettorale, si dimise dal suo incarico (bene o male, nonostante tutte le critiche, è stato il primo a farlo) lasciando al popolo del “no” la vittoria.
Per un po’, il ragazzo di Rignano sull’Arno, deluso per la sconfitta, si è messo da parte vivendo la politica italiana dal backstage, dando modo al suo fedele amico Paolo Gentiloni di prendere l’incarico di Presidente del Consiglio.
La politica italiana da allora vive una fase di perenne stand by cadendo in un vortice dal quale è difficile uscire.
Anche le diverse tornate elettorali che si sono susseguite dopo quella famosa domenica, hanno evidenziato uno specchio interessante: gli italiani- se non lo si era ancora capito- a votare non ci vanno più volentieri.
Eppure la primavera è alle porte e la campagna elettorale inizia ad entrare nel vivo. Il Movimento Cinque Stelle ha scelto il proprio candidato premier in Luigi Di Maio.
Anche a destra qualcosa “eppur si muove” con l’ex cavaliere di Arcore, Silvio Berlusconi, alla brillante età di ottantuno anni, pronto a riprendersi le redini del paese.
E poi c’è la Lega Nord che tra un tweet e un post su Facebook del suo leader Matteo Salvini, sogna di poter governare il paese.
Nel frattempo, il segretario del Partito Democratico Matteo Renzi, sta attraversando tutta l’Italia con il suo treno PD, con uno slogan molto significativo:” #destinazioneitalia” ascoltando, soprattutto nelle periferie, le storie più difficili che questo paese sta vivendo.
Sul treno di Renzi sono saliti anche diversi giovani- i cosiddetti nativi digitali “millenials”, che sono stati, anche, protagonisti della Leopolda 8, la famosa kermesse giunta ormai alla sua ottava edizione, che, annualmente, l’ex premier Matteo Renzi, organizza nei capannoni dell’ex stazione ferroviaria di Firenze.
I Millenials, sono quella classe sociale sulla quale un partito politico dovrebbe puntare maggiormente perché è noto che proprio loro, purtroppo, sono i meno interessati alla politica.
Nonostante le fakenews- tema del momento e argomento centrale della Leopolda 8, – provino un po’ a modificare gli aspetti elettorali e i sondaggi, quello che conta sono i reali voti degli italiani e il voto, che lo si voglia o meno, è diverso da un semplice clik su internet.
Nessuno può dire certamente se si è fatto bene o male a votare si o no al referendum ma alcune cose bisogna sottolinearle: si è cambiato un altro governo, il CNEL è rimasto lì dov’è sempre stato e coloro che hanno sempre espresso il proprio no dicendo che la riforma l’avrebbero scritta meglio, in un anno non hanno cambiato le carte in gioco, restando attaccati alla fatidica poltrona.
Ad un anno dal referendum, realisticamente parlando, le cose non sono cambiate ma come dice una famosa canzone: “finché la barca va, lasciala andare”.