di Gian Franco Murrone
Oh, non ti è mai successo di commuovere gli angeli
Di crepitare sussurri che li vedono chinare annoiati
Di sorprenderli malinconici e senza via di scampo
Relegati ad una serica empatia crepuscolare?
Non temere io so dove sei… fata io so dove abiti
ma dov’è finito il tuo respiro affannato
dov’è sepolto il tuo incedere inquieto
e la tua voce che mi chiamava nella notte?
Non vedo più i tuoi occhi penetrare le mie pareti
ne un tuo sussurro debilitare la mia mente
né un antico odore che mi ricordi
non una mano (defunta) che sveli il mio corpo
dove si celano i tuoi petali
dove dormono le tue paure che si strofinavano
(voluttuose)
……….dove placare il mio (ossequioso) desiderio?
Persi lo sguardo un po’ vitreo e furtivo
negli abissi nervosi dei tuoi respiri indecisi
tutto l’Arcano sembrava giostrare
con due battiti sordi già pronti a virare
l’occhio solenne pareva morire
in fondo al sapore di pelle lontana
schizzi perpetui di fango nel cielo
(s)fregiavano il sole compianto da un velo. Fine.